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I vincitori dell’ottava edizione del Roma Fringe Festival 2020

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Ciccio Speranza @pierotauro

Il miglior spettacolo del Roma Fringe Festival 2020 è “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza” di LMS – Les Moustaches. Vince anche il Premio della Stampa e il Premio Alessandro Fersen per la ricerca e l’innovazione

Qui tutti i vincitori del Roma Fringe Festival 2020:
Miglior Attrice Viola Di Caprio per “Monologo schizofrenico”
Miglior Attore Lahire Tortora per “I perdenti di Acapulco”
Miglior Regia Luigi Saravo per “Enio. Materiali per una terra perduta”
Miglior Drammaturgia Susanna Mameli per S’accabadora
Spirito Fringe “A quel paese” di Anfiteatro Sud
Speciale Off “Io sono chi” di e con Alessia Arena

A decidere i vincitori del Roma Fringe Festival 2020 è stata una giuria composta da Manuela Kustermann (presidente di Giuria) Ulderico Pesce, Valentino Orfeo, Ferruccio Marotti, Pasquale Pesce, Pierpaolo Sepe, Italo Moscati, Raffaella Azim, insieme a un parterre stampa che assegnerà il premio della critica. Tra i premi 2020, inoltre, si è aggiunta una novità: l’introduzione del Premio Alessandro Fersen per la ricerca e innovazione che verrà direttamente dalla Fondazione Alessandro Fersen.

La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza di Les Moustaches di Bergamo, drammaturgia di Alberto Fumagalli, regia di Ludovica D’Auria e Alberto Fumagalli con Giacomo Bottoni, Francesco Giordano, Antonio Orlando, costumi di Giulio Morini.

Ciccio Speranza è un ragazzo grasso, ma leggero, con un’anima talmente delicata, che potrebbe sembrare quella di una graziosa principessa nordeuropea. Ciccio Speranza finge una villosa eterosessualità con la propria famiglia, ma è un omosessuale fiero e incallito. Ciccio Speranza vive in una vecchia catapecchia di provincia, dove la televisione non sempre funziona e i telefoni cellulari vengono schiacciati come scarafaggi.

Ciccio Speranza si sente soffocare, come una fragile libellula rosa in una teca di plexiglas opaco.

Ciccio Speranza ha un sogno troppo grande per poter rimanere in un cassetto di legno marcio: vuole danzare. In una sperduta provincia di un’Italia sperduta, la sperduta famiglia Speranza vive da generazioni le stesse lunghissime giornate. Sebbastiano è il padre di Ciccio, violento e grave come un tamburo di pelle di capra in un concerto di ottavini. Dennis è il fratello di Ciccio, con un’apertura mentale di uno che va a Bangkok e spacca tutto perché non sanno fare pasta, patate e cozze. Solo, in fondo, nella sua fragilità, Ciccio vuole scappare da quel luogo che mai ha sentito come casa. Attraverso il suo gutturale linguaggio, il suo corpo grassissimo e i suoi sogni impacciati, il nostro protagonista, in un tutù rosa non smetterà mai di danzare, raccontandoci la sua vita così come la desidera. Ciccio appartiene ad un mondo lontano, senza alcuna possibilità di esaudire i propri sogni.

Il suo destino è segnato, il suo carattere è condizionato, i suoi sogni sono soffocati da un ambiente che gli sta stretto come un cappottino antigelo sta stretto ad un bulldog inglese.

Dunque, perché rattrappire i propri istinti? Solo perché la cicogna ci ha fatto cadere lontano dalla terra promessa? Perché sentirsi schiacciati da una famiglia che non vuole conoscere un mondo che sta oltre il proprio campo di fagioli?

“Soldout. Per la finale dell’8° edizione del Roma Fringe Festival il pubblico ha riempito la sala del Teatro Vascello. La consistente presenza di pubblico che ha seguito l’intera programmazione del Fringe invernale al Mattatoio è la cifra di questo successo. Una grande festa del Teatro Indipendente dove sono state poste le basi per una seria discussione sulle politiche di sviluppo di quello che in altri tempi veniva chiamato terzo Teatro.

Sui palchi della Pelanda si sono alternati spettacoli di tutti i generi che hanno fatto sorridere e riflettere un pubblico motivato ad andare a Teatro.

Molti degli spettacoli proveniente da altre regioni hanno avuto pubblico che ha apprezzato la performance e questo per noi rappresenta un grande successo di proposta. La giuria di Zona Indipendente ha lavorato con discrezione e competenza assegnando i premi di categoria e decidendo i tre finalisti. È stato difficile scegliere data la qualità davvero alta delle compagnie in gara. Lo spettacolo che ha convinto all’unanimità la giuria della finale presieduta da Manuela Kustermann è stato “La difficilissima storia della vita di Ciccio Speranza”, proveniente da Bergamo, scritto da Alberto Fumagalli e diretto da Ludovica D’Auria e dallo stesso Fumagalli. Lo spettacolo ha convinto anche la giuria stampa guidata da Katia Ippaso e la Fondazione Alessandro Fersen.

Siamo Molto soddisfatti di come si è svolta questa ottava edizione e il nostro compiuto è di continuare a dar voce a quell’immenso patrimonio di proposte Teatrali che, grazie al Roma Fringe Festival, hanno avuto un palcoscenico autorevole dove poter presentare il proprio lavoro.

Stiamo già lavorando alla nona edizione , il nostro obiettivo nel prossimo futuro, è quello di aprire il Roma Fringe Festival a tutte le discipline” ha dichiarato il direttore artistico Fabio Galadini.

Il Roma Fringe Festival è promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale e Azienda Speciale Palaexpo