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Il sound sixties dei Quadrophenix

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Quadrophenix -Paraponzi
Il 6 luglio hanno fatto il loro debutto ufficiale nel panorama musicale italiano i pugliesi Quadrophenix con l’album “Paraponzi” 

La compagine Quadrophenix, nativa di Taranto, si forma nell’estate del 2006 ed è composta dal frontman e paroliere Alessandro De Vincentiis (voce e chitarra ritmica), da Valerio Gentile (chitarra solista e cori), da Luca Orlando (basso e cori) e da Marco Nigri (batteria e cori).

Lo scenario musicale nel quale si muovono i tarantini si caratterizza da una riconoscibile matrice rockabilly, twist e rock ‘n’ roll senza tralasciare, tuttavia, influenze più propriamente pop rock come lo si evince dai brani Bye Bye, che rievoca sonorità vicine a The Coral, e nel singolo apripista Mai più.

Quest’ultimo, in particolare, ha anticipato l’album il quale raccoglie tutte le produzioni dei quattro ragazzi fino ad oggi e attraverso le quali, tra l’altro, hanno consentito ai nostri di partecipare a diversi contest e festival.

Il brano – di chiara impronta surf e attualmente in rotazione radiofonica, supportato dal videoclip diretto da Antonio Cofano – costituisce una sorta di leitmotiv del disco e racconta le vicende di un amore difficile ai tempi dei social. Il singolo è caratterizzato da un mood orecchiabile – cosi come lo sono un po’ tutti i brani dell’album – e impreziosito da un buon ritornello. Peccato solo per la frase iniziale (“Se non fossi occupata a farti un selfie alla patata”) che finisce per risultare prevedibile e grossolana.

Anche se Mai più è collocato in alto alla tracklist, i ragazzi pugliesi hanno deciso di far iniziare il loro progetto discografico con la simpatica terza traccia in scaletta, Allora andrei, preceduta dall’intro omonimo Paraponzi: “I Quadrophenix sono lieti di presentarvi il loro album d’esordio/un viaggio nella fiera delle follie umane/Paraponzi/ in stereofonia”.

La scrittura dei brani per mano di De Vincentiis risulta essere leggera ma comunque divertente e scanzonata mentre la voce, pur non dotata di particolari virtuosismi, ben si incastra nel gioco delle note dei brani risultando, dunque, riconoscibile e adeguata al sound.

L’album è ben arrangiato e musicalmente valido caratterizzato, come anticipato in apertura, dal tipico sound rockabilly degli anni 50/60/70 che spazia dai Beach Boys ai The Buckaroos, da Chuck Berry a Eddie Cochran, come in Il Pomo dell’amor e in Mi scusi signorina, coinvolgendo inoltre anche i più “punkeggianti” Stray Cats come in So che sai che so.

Non manca, e come poteva, il momento dedicato alla ballads come nella romantica Eccetera: “…e non ti nascondo che ogni secondo lo vivo per te/ aspettando che poi all’improvviso ritorni da me”.

Altri episodi degni di considerazione si rinvengono in Nuvole, che potrebbe pacificamente diventare la nuova hit della band, 1930, caratterizzata dal testo deciso e da un refrain più maturo (“Piacere so l’amore/piacere a chi non lo sa già/e so cos’è il dolore e chi ve lo procurerà/ non basterà un dottore no/stavolta no non basterà/ perché io so l’amore e la disgrazia è questa qua”) e nella già citata Il Pomo dell’amor, la quale il sottoscritto ritiene musicalmente di preferire alle altre.

Nel disco anche Al tavolino del bar e Il circo.

Da ultimo, un plauso ai quattro per la scelta della data del debutto in quanto il fresco sound “vintage” contenuto nel lavoro, ben potrebbe occupare i lettori di bagnanti e vacanzieri in questo torrido inizio d’estate.

Come si dice in questi casi, buona la prima.

Quadrophenix con l’album “Paraponzi” di Red& Blue Music Relations