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Un richiamo agli ideali perduti nel film di Paolo Virzì “Un altro ferragosto”al cinema dal 7 marzo

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"Un altro ferragosto" di Paolo Virzì al cinema dal 7 marzo
Quasi trent’anni dopo il successo di “Ferie d’agosto” del 1996, che fece vincere a Paolo Virzì il premio David di Donatello come miglior film, oggi a Ventotene le due famiglie di villeggianti i Molino e i Mazzalupi stereotipi di due lifestyle opposti si ritrovano nell’isola a condividere le due case dai terreni limitrofi. Prodotto da Lotus Production una società Leone Film Group con Rai Cinema, in associazione con Tenderstories, e distribuito da 01 Distribution, il film “Un altro ferragosto” è al cinema dal 7 marzo

“Ferie d’agosto” non fu l’unico successo di Virzì di quel decennio, l’anno seguente vinse il Leone d’Argento con “Ovosodo” al Festival d’Arte Cinematografica di Venezia. Fu il biennio più riconosciuto dalla critica nella sua carriera costellata anche da altri film memorabili come “Il capitale umano” nel 2014 e “La pazza gioia” nel 2017. Abbiamo dovuto aspettare due anni  (dall’uscita di “Siccità”, 2022) per avere un altro film del regista.

“Un altro ferragosto” è il seguito del primo film in cui, il regista, mostra le sfaccettature di un'”italietta” più matura ma che rispecchia gli stessi stereotipi di prima. Sandro Molino (Silvio Orlando) vive di ricordi di un passato che non c’è più con quella nostalgia compresa solo dal nipotino suo fedele e affascinato alleato di racconti.
La famiglia Molino nel film di Paolo Virzì@Paolo Ciriello

Il resto della famiglia lo vede come un vecchio ormai arrivato alla fine della vita a cui è permesso tutto e a cui viene nascosta, per quanto possibile, la presenza dei rumorosi Mazzalupi in procinto di organizzare il matrimonio di Sabry (Anna Ferraioli Ravel) la figlia del bottegaio Ruggero ormai influencer famosa e del suo futuro marito Cesare (Vinicio Marchioni) bravo al punto da rendere il personaggio irritante e fastidioso fin dal primo fotogramma. Profanatore del simbolo storico-ideologico dell’unità europea voluta da Sandro Pertini, Altiero Spinelli e Camilla Ravera ritrovati poi come memorie di un’Italia rivoluzionaria e idealista nelle scene finali, in sogno, durante gli ultimi ricordi del capofamiglia Molino.

Vinicio Marchioni e Anna Ferraioli Ravel @Paolo Ciriello

Virzì rappresenta ormai la fine della forza di lottare, un’Italia esausta e invecchiata come i suoi protagonisti, sopraffatti dalla caotica volgarità dei Mazzalupi.

Paola Tiziana Cruciani, Christian De Sica e Sabrina Ferilli @Paolo Ciriello

Di questo clan fa parte anche Sabrina Ferilli che interpreta la disillusa zia Marisa accompagnata da Christian De Sica nel ruolo superficiale di un altro stereotipo di cinquantenne italiano. L’altra donna protagonista della famiglia Molino è la moglie di Sandro (Laura Morante) romantica e desiderosa di provare ancora passioni amorose ormai dimenticate dopo una vita passata forse troppo negli ideali radical chic.

Alla fine del film, con le immagini dei confinati in bianco e nero su una barchetta nel mare, si ha la sensazione di aver perso tutti il significato del Manifesto di Ventotene.

“Un altro ferragosto” da un soggetto di Carlo Virzì e Paolo Virzì, la sceneggiatura di Francesco Bruni, Carlo Virzì e Paolo Virzì con Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel e con la partecipazione di Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani, Agnese Claisse.