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“Shine bright like a diamond”

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Rihanna
In un articolo pubblicato il 4 giugno scorso, la nota rivista economico-finanziaria statunitense Forbes ha elencato e commentato le fortune dell’artista trentunenne barbadiana Rihanna, all’anagrafe Robyn Rihanna Fenty

Nel citato articolo – riportato nei giorni seguenti anche da molti periodici del settore entertainment e non solo – la penna dell’editrice di Forbes, Natalie Robehmed, si è soffermata sulla scalata di Rihanna nel mondo dell’imprenditoria che l’ha resa oggi la donna più ricca nella scena musicale mondiale con un patrimonio di 600 milioni di dollari, davanti a icone come Madonna, Céline Dion e Beyoncé.

In realtà, lo stesso articolo precisa che la maggior parte del suo patrimonio non proviene dal mondo della musica, bensì dal marchio di make-up “Fenty Beauty” gestito in collaborazione con LVMH ovvero il gigante francese dei beni di lusso gestito a sua volta dal miliardario Bernard Arnault.

Le accennate doti imprenditoriali della bellissima Rihanna fungono da apripista a quella che è la sua dote principale: il canto.

E si, perché Rihanna è soprattutto una cantante, oltre ad essere un artista a tuttotondo in grado di muoversi liberamente dalla musica, appunto, al cinema (con all’attivo la partecipazione a ben otto produzioni cinematografiche) nonché alla televisione.

Allora, quale migliore occasione per rispolverare – o come dicono al di là della manica, listen again– il suo ultimo lavoro da studio, Anti, che ha già raggiunto tre anni di anzianità essendo stato pubblicato nel lontano gennaio del 2016.

Durante la cover story a lei dedicata dalla rivista Vogue nel mese di maggio del 2018, Rihanna ha confermato che stava lavorando al suo nuovo album – in uscita, si spera, in questo 2019 – che sarà, a suo dire, un “album raggae” e, quindi, potrebbe rappresentare una sorta di tributo al genere musicale con la quale l’artista caraibica è cresciuta.

In attesa di conoscere, quindi, la data esatta del suo nuovo lavoro, non ci resta (si fa per dire) di armarci (possibilmente) di buone cuffie nonché di circa cinquanta minuti del nostro prezioso tempo per riascoltare il pluripremiato Anti, che segna un deciso cambio di rotta rispetto alle sonorità che la barbadiana ci aveva abituato con i precedenti lavori, soprattutto avuto riguardo a Rated R, di impronta R&B, e Loud, di assoluta matrice dance.

L’ottavo album della “nostra” è, a parere di chi scrive e non solo – Pitchfork l’ha inserito nella top 20 dei migliori album del 2016 – una perla, una ricca esperienza musicale che racchiude una mescolanza di generi che spaziano dalla dancehall di Work (con la partecipazione del rapper canadese Drake)al dark di Desperado, passando dall’R&B di Kiss It Better e alle classiche ballads Never Ending Close To You.

Anti è senza dubbio un disco atipico che non segue un filo conduttore, tant’è che l’ascoltatore ben può selezionare la modalità shuffle senza che ciò possa far sembrare incompleto l’ascolto.

Tuttavia, anche se privo, come detto, di un arco narrativo, l’album contiene brani che non si discostano dallo schema-tipo-canzone risultando, pertanto, tutti orecchiabili anche negli episodi più dark e cupi come nella summenzionata Work,Yeah I Said It e Woo.

Uno dei momenti migliori del disco è senza dubbio il brano di apertura, Consideration (in collaborazione con la cantante statunitense SZA), con il quale la Nostra ci comunica fin da subito che è “arrivata svolazzando da Neverland”, quasi a voler ammettere che non è cambiata negli anni, che vuole ancora mantenere lo status di bad girl…

La verità è che la cattiva ragazza ha lasciato il posto, ma questo ormai da tempo, ad una artista capace di coniugare diversità di generi in una manciata di minuti, dove il gradino più alto del podio potrebbe essere occupato dalla meravigliosa Higher, due soli minuti con la voce granulosa e ipnotica di Rihanna che raggiunge il suo apice.

Ma i momenti migliori non si esauriscono di certo; ci si accorge, invero, che scorrendo la track list si fa fatica a scegliere il proprio brano preferito sebbene alcuni potrebbero imprimersi più di altri nella memoria dell’ascoltatore quali, ad esempio, il successo eighties Kiss It Better, con riff che rievocano atmosfere tipiche del compianto Prince, oppure Same Ol’ Mistakes o, ancora, Love On The Brain, con un falsetto semplicemente da brividi.

Insomma, Anti ha rappresentato lo spartiacque tra il pop/dancehall (ottimale) – con il quale l’autrice di Stay ha voluto imporsi nella scena musicale mondiale – e un percorso impegnato ed esaustivo che, sono sicuro, si protrarrà anche nel prossimo lavoro.

Intanto,“Shine bright like a diamond”.