Home Musica Seconda tappa del viaggio di Gianni Maroccolo in “Alone Vol. 2”

Seconda tappa del viaggio di Gianni Maroccolo in “Alone Vol. 2”

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ALONE vol. 2 – ABISSO
L’universo di Gianno Maroccolo il 17 giugno  scorso si è arricchito di una nuova stella con l’uscita di “Alone Vol. 2” sempre per la Contempo Records

Siamo di fronte, quindi, alla seconda pubblicazione del progetto “Alone” che rappresenta il disco perpetuo, come ama definirlo l’autore, proposto con cadenza semestrale ogni 17 dicembre e 17 giugno e punteggiato dalle splendide illustrazioni di Marco Cazzato e dai racconti dello scrittore e critico musicale Mirco Salvadori.

Dopo questa seconda uscita, infatti, ne seguiranno una terza nel dicembre 2019 e una quarta nel giugno 2020 più una quinta a edizione limitata riservata solo ai fortunati sottoscrittori dell’abbonamento a tutta l’opera ideato dalla virtuosa etichetta fiorentina.

Ebbene, custodisco con una cura maniacale il vinile – nello speciale formato picture disc – del primo album dei Litfiba “Eneide di Krypton” del 1983 composto e ideato su commissione della compagnia teatrale dei fiorentini Krypton per inscenare lo spettacolo dell’Eneide di Virgilio; opera, tra l’altro, riproposta nel 2014 a trent’anni dall’uscita dell’album con la regia di Giancarlo Canteruccio.

Giusto per dire che son cresciuto ascoltando Litfiba come se non ci fosse un domani e, pertanto, nell’osservare la foto del giovane Marok – incorporata nella side b del picture disc – con le mani in tasca ad un impermeabile del tempo non posso non avvertire un certo disagio quando penso che sono in procinto di provare a commentare questo secondo capitolo del viaggio intrapreso dal Maestro nel dicembre del 2018.

Lo dico da subito, chi è solito ascoltare il progressive noise-rock appartenente a gente tipo Mogwai, Archive, Calla e compagnia bella, troverà in questo disco pane per i suoi denti!
Gianni Maroccolo@francescoballestrazzi

Anche in questo secondo capitolo sono tanti gli amici che Marok ha voluto con sé: Angela Baraldi, Marina Rei, Alessandra Celletti, Howie B, Adriano Viterbini, Francesca Bono, Beppe Brotto, Andrea Cavalieri e I Life In The Woods.

Proprio Angela Baraldi è la protagonista in The Abyss il cui video (in calce all’articolo) ha anticipato l’uscita di “Alone Vol. 2” e che rappresenta, non a caso, il sottotitolo dell’album; invero, come si legge dalla pagina web della label fiorentina: “Il sottotitolo di questo capitolo è “Abisso”, si ispira al naufragio dell’imbarcazione F174, avvenuto la notte di Natale del 1996 al largo di Portopalo di Capo Passero (SR). Nella tragedia persero la vita quasi trecento migranti provenienti da India, Pakistan e Sri Lanka”.

The Abyss – che rappresenta l’unico titolo non in latino di tutto l’album – è caratterizzato da una forte impronta elettronica accompagnata dalla voce ammaliante e profonda prestata dalla Baraldi; un brano bellissimo, cover dell’omonima canzone dell’altrettanto brava cantautrice statunitense Chelsea Wolfe. Ed è proprio quest’ultima a descrivere meglio l’esperienza “notturna” del brano: “Abyss è pensato per vivere la sensazione di quando stai sognando, e ti svegli per un attimo, ma poi ti addormenti nello stesso sogno”.

Il secondo capitolo dell’opera del bassista di Manciano esordisce, in realtà, con l’immensa e dinamica Aditus, brano di ben 21 minuti circa che inizia con una melodia pacata.

Al minuto 3.36 circa quell’atmosfera solo all’apparenza concentrata lascia spazio ad un incalzante e seducente chitarra fino al successivo minuto 7, dove l’esperimento muta nuovamente sfociando in una sorta di stasi scandita tuttavia da suoni aspri e contorti; quando poi, il minuto 12 circa segna lo spartiacque per la spaziosa ed emotiva conclusione.

Nella successiva Imus (dal latino “andiamo”), le distorsioni accompagnate da una base di matrice world sono più altisonanti, mentre nei 2 minuti di Discessio la batteria di Marina Rei sottoscrive il momento punk-rock dell’album.

In Submersio, invece, la compositrice romana Alessandra Celletti mette in scena un crescendo cupo ed emotivo dove le note del pianoforte, semplicemente da brividi, si fanno man mano più “ruvide” con lo scorrere dei minuti fino alle dolci e malinconiche battute conclusive.

Marok insieme alla chitarra ipnotica di Adriano Viterbini e ai cori dei Life In The Woods ci conducono in una esperienza profonda in Naufragium, nel quale l’intento è quello di coinvolgere l’ascoltatore nel dramma che si sta compiendo.

Aetatis Progressu riporta alla memoria un tipico ambient alla Thievery Corporation che spezza quindi il sound dei precedenti momenti dell’album; nella traccia la frontwoman del gruppo indie bolognese Ofeliadorme, Francesca Bono, inserisce la sua calda e avvolgente voce nel down beat offerto da Howie B con il quale Marok ha già collaborato in passato anche in occasione della registrazione dell’album “Down with the dawn” del musicista e produttore scozzese.

L’ultimo brano è Exitus il quale dopo l’intro affidato agli archi di Beppe Brotto, segna il ritorno in scena della corposa batteria di Marina Rei che fa da leit motiv al brano che si poggia su una base di synth and guitar e, soprattutto, sul basso di Marok che detta la successione di accenti per il degno finale della seconda tappa del suo viaggio.

Con l’opera in argomento l’artista toscano ci regala un unicum nello scenario musicale italiano contemporaneo e, di questo, lo ringraziamo contando i giorni che ci separano al dicembre del 2019, data della prossima tappa del viaggio di Alone.

Intanto, “Watch your thoughts in the dark, they’ll drag you down to the deep blue sea”.

Giannni Maroccolo@marcopacini

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