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“Olympe” scritto e diretto da Francesca Tricarico interpretato da “Le Donne del Muro Alto”

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Le protagoniste di "Olympe" con Francesca Tricarico
Il 27 e 28 novembre nello spazio Centrale Preneste Teatro in scena le attrici de “Le Donne di Muro Alto” con la pièce “Olympe” vincitrice del progetto promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura “Culture in Movimento 2023 – 2024” in collaborazione con SIAE, scritto e diretto da Francesca Tricarico e tratto dal romanzo “La donna che visse per un sogno” di Maria Rosa Cutrufelli, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma. Produzione Per Ananke, musiche di e con Gerardo Casiello

“Le Donne di Muro Alto” è un progetto teatrale, giunto alla decima edizione, che coinvolge donne detenute, ex detenute e ammesse alle misure alternative alla detenzione del Carcere di Rebibbia Femminile in un percorso di coinvolgimento nella messa in scena di spettacoli teatrali. “Olympe” racconta gli ultimi mesi di vita di Olympe de Gouges (1748 –1793) drammaturga e attivista francese vissuta durante la Rivoluzione, che dedicò la sua vita e le sue opere ai diritti delle donne, dei neri, degli orfani, degli anziani, dei disoccupati e dei poveri. Attraverso il racconto dei giorni trascorsi in carcere fino al processo e all’esecuzione con la ghigliottina vengono affrontati temi come la censura, l’importanza della cultura e soprattutto della libertà.

Olympe
Bruna interpreta Olympe

Olympe muore ma rimane fiera fino all’ultimo giorno, certa che le sue idee sono e rimarranno sempre libere. Non tratta, non rinnega, non patteggia, anzi continua a portare i suoi scritti come simbolo della battaglia per la libertà con lo sguardo fiero di aver combattuto fino alla fine. “La libertà di opinione è forse un’utopia?”.

“Il carcere è la mia malattia, la mia febbre e il tribunale è un po’ come il teatro, si recita tra un atto e l’altro”.

In scena le protagoniste di “Olympe”

 

Ed è la cultura il simbolo anche per “Le Donne di Muro Alto” la cultura come unica strada per la consapevolezza, la conoscenza come unica arma di libertà, il lavoro, il teatro, l’impegno giorno dopo giorno con dignità, la fatica di ripetere, studiare il copione e la soddisfazione di poter ascoltare gli applausi, vincenti.

Le attrici sul palco commuovono, non vi è finzione, sono vere ed estremamente ricche di emozioni, permeate di un misto tra gioia e dolore. E, al termine dello spettacolo, accolgono il pubblico quasi incredule del loro successo.