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Pippo Pattavina e Marianella Bargilli in “Uno, nessuno e centomila” di Pirandello al Teatro Quirino Vittorio Gassman

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Pippo Pattavina e Marianella Bargilli in "Uno, nessuno e centomila" di Luigi Pirandello al Teatro Quirino Roma
Termina oggi la settimana che ha visto in scena al Teatro Quirino di Roma l’ultimo romanzo scritto da Luigi Pirandello nel 1926 “Uno, nessuno e centomila”. In scena  Pippo Pattavina e Marianella Bargilli nei ruoli dei protagonisti per ABC Produzioni e ATA Carlentini

Il sipario si apre su una scenografia bianca con, sul palco, Vitangelo Moscarda (Pippo Pattavina) e un giudice (Mario Opinato) su un piccolo podio che lo interroga su un incidente con una pistola.

Pippo Pattavina e Marianella Bargilli in “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello al Teatro Quirino Roma

È così che Moscarda racconta la storia dall’inizio, da quel giorno in cui la moglie (Marianella Bargilli) gli fa notare che il naso gli “pende” da un lato, un dettaglio minino, senza importanza, che ha sempre avuto ma di cui lui non si è mai accorto. In un susseguirsi disastroso di conferme con la moglie, il protagonista si accorge che anche le sopracciglia sembrano “due accenti circonflessi”, le orecchie attaccate male e poi il dito mignolo e anche una gamba più arcuata dell’altra. Moscarda per la prima volta prende coscienza di sé, si guarda allo specchio e conferma tutti questi “difetti”.

All’improvviso prende vita dentro di lui il desiderio di “essere solo senza me” senza “quell’estraneo”.

Subito allo specchio per scoprire gli altri centomila Moscarda che sono in lui. I dubbi si fanno sempre più corposi:  “cos’hanno da spartire le mie emozioni e i miei sentimenti con questo estraneo che gli altri vedono ed io no?”.

L’opera di Pirandello “Uno, nessuno centomila” sofferta nella sua creazione (un decennio) è un capolavoro di emozioni, di dubbi, di verità umane.

Rappresenta il contrasto tra le apparenze e l’essere, tra come siamo e come ci vedono gli altri e allora subentra come per Moscarda il desiderio di cambiare questa opinione, di essere la parte migliore dei centomila sé, anche se poi sarà tutto inutile.

Considerato usuraio, Moscarda vede vanificate le donazioni e i cambiamenti, agli occhi della gente sarà sempre con quella maschera, così come agli occhi della moglie sarà sempre il personaggio che lei aveva creato nella sua testa. Ma chi siamo realmente, è forse la verità un’opinione condivisa da più persone? E noi chi siamo? Quando uno vive, vive, e non si vede, poi quando uno si guarda nello specchio ferma quell’istante, si conosce e conoscersi è come morire.

Pippo Pattavina e Marianella Bargilli in “Uno, nessuno e centomila” di Luigi Pirandello al Teatro Quirino Roma
Moscarda rinuncerà a sé stesso, scegliendo di essere nessuno ma vivendo nel terrore di essere qualcuno.

La pièce è perfetta nell’interpretazione dei personaggi intensa e vivace, così come il susseguirsi di battute in scambi continui tra gli attori, mentre la regia di Antonello Capodici ha reso i contenuti ancora più moderni e attuali di come ha fatto Pirandello. Lui Moscarda trasmette tutte le personalità e instilla nel pubblico i mille dubbi dell’autore. L’unica donna Marianella Bargilli interpreta due ruoli, quello della moglie e dell’amica di lei, la mora e la bionda, in un ulteriore dualismo dei due personaggi in un’unica attrice. Bravi anche gli altri della troupe Rosario Minardi e Giampaolo Romania che amplificano i personaggi pirandelliani.

La tournée di “Uno, nessuno e centomila” continuerà a Gorizia il 1 febbraio, per proseguire poi a Savona dal 7 al 9 febbraio 2023 e in altre città italiane fino a maggio 2023.