Home Benessere Nel Terzo Municipio al via Centri di Ascolto per Anziani

Nel Terzo Municipio al via Centri di Ascolto per Anziani

0
Ascolto anziani@pixabay
“Un modo per raggiungere quanti più anziani possibili offrendo loro ascolto e stando vicino alle loro esigenze”

Un’attività di ascolto e di sostegno sistematico e continuo delle persone anziane a casa effettuata telefonicamente da parte di piccoli gruppi di volontari per ciascuno dei centri sociali del territorio. Questo è il senso dell’invito posto in essere dal III Municipio – Montesacro a tutti i Centri Sociali Anziani e a cui questi hanno risposto con estremo favore, in alcuni casi avendo già intrapreso autonomamente iniziative similari. “È un modo per arginare e provare a combattere lo spettro del senso di abbandono e la sofferenza di molte persone”commenta Giovanni Caudo, presidente del III Municipio in una nota. “La situazione di prolungato isolamento e solitudine in cui molte persone in là con gli anni sono costrette in queste settimane– spiega Caudo – inasprisce, acutizzandole, situazioni di rischio e fragilità. Per questo abbiamo attivato molte iniziative a sostegno delle fasce più deboli della popolazione con il supporto di enti e associazioni. Tra questi, i centri sociali si configurano spesso come l’unico punto di dialogo, incontro e interazione per gli anziani. Proporre attività del genere ci è sembrato inevitabile ed urgente.”

“La finalità – spiega Maria Concetta Romano, Assessora al sociale del III Municipio – è raggiungere quanti più individui possibili di età avanzata e raccogliere informazioni (sulla base di uno schema di rilevazione che abbiamo suggerito) per consentire di stare davvero vicino alle loro esigenze offrendo contemporaneamente un punto di ascolto sistematico. Più nel dettaglio – aggiunge la Romano – abbiamo chiesto la disponibilità di almeno 3-4 volontari per ogni centro sociale del territorio. Ciò ci consentirebbe  di costituire un gruppo in grado di raccogliere notizie su circa 500-700 persone in un solo giorno. In questo modo, anche ripetendo questa attività appena due volte a settimana potremmo senza particolari sforzi raggiungere 1000 – 1400 persone fra quelle più fragili e a rischio”.