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Le scarpe nel cinema: la storia del calzaturificio Pierantoni Shoes a Romaison

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Alessia Pierantoni
Alessia Pierantoni, figlia del fondatore dell’azienda Pierantoni Shoes, racconta come prendono forma le scarpe di film e di serie tv in un podcast a Romaison

Un importante ruolo quello ricoperto dal loro calzaturificio Pierantoni Shoes, azienda italiana specializzata nella produzione artigianale di calzature per il cinema.

Un’esperienza maturata sul set quella di Gianfranco Pierantoni, già produttore esecutivo del film “Giulio Cesare” di Uli Edel del 2002; egli iniziò a recuperare costumi e calzature proprio da questo film per poi riutilizzarli, noleggiandoli per altri set cinematografici come ad esempio “Troy” di Wolfgang Petersen, 2004.

Prese così vita il repertorio Pierantoni Shoes, che la figlia Alessia definisce periodo romano.

Nel 2017 Alessia abbandona il set per prendere parte al progetto del padre e dare vita al loro calzaturificio, prima in Bulgaria e un anno dopo in Italia, a Roma. Iniziano così le collaborazioni con tantissimi costumisti italiani ed esteri come Millenotti, Pescucci, Torella e Michelle Clapton, per citarne alcuni.

La creazione della calzatura per il cinema inizia sempre con un’idea, più precisamente un bozzetto consegnato loro dalla costumista, per poi pian piano svilupparne la forma, la suola e infine la tomaia, non trascurando le eventuali modifiche da apportare al prodotto finale, quando necessarie.
Pierantoni shoes, immagine del laboratorio

Spesso, nel caso di grandi set cinematografici, si riescono a consegnare più di cento paia di scarpe, rigorosamente fatte a mano, in pochi giorni.

La Pierantoni Shoes ha collaborato per set cinematografici importanti come la serie italoamericana “L’amica geniale”, 2018 diretta da Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher (costumi di Cannarozzi) e  internazionali quali “Cruella”, 2021 di Craig Gillespie.

Un’altra importante collaborazione è stata quella per la serie Games of Thrones di David Benioff e D. B. Weiss, 2017Alessia Pierantoni ci racconta un divertente aneddoto a riguardo: “Ci hanno chiesto di creare una scarpa numero 52 per il personaggio del gigante e ricordo che io e mio padre entravamo insieme nella stessa scarpa… è stato molto divertente”.

La scarpa nel cinema assume spesso un ruolo fondamentale. Esistono vari tipi di inquadrature: nel caso di un’inquadratura dettaglio, ad esempio, il regista decide di inquadrare la calzatura rendendola così protagonista; c’è da dire che, anche se si trattasse di piani americani, dove l’inquadratura inizia dalle ginocchia dell’attore, la scarpa si noterà solo quando l’immagine sarà più ampia, mettendo in risalto l’eventuale stonatura della calzatura con il resto dell’abbigliamento.

L’obiettivo finale, conclude Alessia, è proprio quello di contribuire alla figura passando inosservati, rispettando sostanzialmente lo stile di base di ogni progetto.

Il podcast di Romaison dedicato alle calzature è stato un’interessante approfondimento sulla storia di un’azienda familiare Made in Italy che da anni lavora per garantire il valore del settore manifatturiero Italiano.