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“Salutami tuo fratello” il primo libro di Marco Ligabue dall’8 aprile nelle librerie e store

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"Salutami tuo fratello" di Marco Ligabue
Marco  appoggia la chitarra per un breve periodo e decide, per la prima volta, di raccontarsi a tutto tondo in un libro. È così che scrive “Salutami tuo fratello”, cronache spettinate di un rocker emiliano, edizioni Pendragon

Marco Ligabue ha un cognome importante, famoso, eppure non ha scelto un nome d’arte diverso, “Non ho voluto cambiare cognome perché è quello che mi ha dato mio padre e ne sono orgoglioso”. Attraverso la sua tenacia emiliana ha dimostrato di potercela fare lo stesso e così tra la via Emilia, un blue jeans e un disco, con una sana incoscienza, ha deciso di scrivere un libro che racchiude uno spaccato di tre generazioni e racconta “l’emilianità”.

Trentatrè “cronache” che hanno come filo conduttore la musica racchiuse in “Salutami tuo fratello”.

Nonostante “l’ingombrante parentela” di Luciano (nel libro è sua la quarta di copertina) che oltre ad essere il fratello maggiore gli ha anche fatto da padre, Marco ha sempre amato le sfide. Il libro non era in programma ma è nato da uno spunto di un giornalista e, frase dopo frase, le parole del cantautore sulle pagine bianche sono diventate capitoli in cui racconta anche le sue fragilità, la vita privata, le fidanzate (con i nomi veri) e la testardaggine emiliana. Come quella volta che ha resistito sul palco nonostante i pregiudizi del pubblico che poi è riuscito a conquistare.

Oppure come il capitolo sulla maratona legata ad una promessa di famiglia, il desiderio di concluderla per dimostrare al padre di avere la sua stessa tenacia e passione.

L’adolescenza con un fratello che è diventato famoso all’improvviso con “Balliamo sul mondo” erano gli anni ’90, i fan che arrivavano a Correggio, il telefono fisso che squillava in continuazione e i giornalisti che mamma Rina invitava a casa per mangiare i cappelletti e bere Lambrusco.

Una artista eclettico che, con il piacere della sfida, supera i propri limiti e, alla domanda che gli facciamo, cosa vorrai fare da grande? Lui risponde ridendo “Un concerto all’Arena di Verona”.