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Netflix presenta la docuserie “Il caso Alex Schwazer” disponibile dal 13 aprile

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Alex Schwazer
La storia del campione olimpionico italiano Alex Schwarzer vincitore dei 50 chilometri a Pechino nel 2008, poi, anni dopo, positivo al test antidoping poco prima delle Olimpiadi di Londra, l’ammissione di colpa e riaccusato di positività con conseguente interruzione della sua carriera è raccontata in una docuserie di quattro puntate trasmessa dal 13 aprile su Netflix prodotta da Indigo Stories

L’altoatesino di Calice di Racines con una passione smodata per lo sport, campione olimpico giovanissimo poi dopato e poi vittima di un “complotto” come racconta nella serie insieme all’allenatore Sandro Donati all’apice della sua carriera e con un amore da favola con la pattinatrice Carolina Kostner vede frantumarsi tutta la sua carriera e reputazione in un attimo.

Finisce su tutte le copertine dei giornali e non più per le sue vittorie ma per il disonore e la macchia enorme che porterà per sempre come atleta. Tutto vanificato in un attimo e una vita per riacquistare credibilità.

Carolina Kostner- Netflix

Fin da bambino abituato a lunghe passeggiate in montagna a soli otto anni Alex Schwazer faceva percorsi impensabili per quell’età. Solitario, amante della natura, cresciuto in luoghi sani e puri con una famiglia semplice. Queste sono le basi per il suo allenamento mentale che lo aiuterà nei colpi che lo sport gli farà subire.

Alex Schwazer in montagna- Netflix

Dopo l’ammissione di colpa davanti alle telecamere di tutto il mondo ed aver scontato la pena Schwarzer è pronto per le Olimpiadi di Rio a prepararlo Sandro Donati (famoso fautore dello sport pulito) che lo seguirà passo passo e starà al suo fianco nella preparazione e nella vita.

Alex Schwazer e Sandro Donati
Alex ha tutto in regola per vincere ma un test inaspettato il 1° gennaio del 2016 con esito positivo al doping (nelle sue urine trovarono tracce elevate di testosterone sintetico) romperà quel sogno facendogli iniziare il lungo calvario in tribunale.

Assolto molti anni dopo dal giudice Pelino di Bolzano e giudicato innocente, i campioni di urina erano stati alterati allo scopo di farli risultare positivi, la quantità di DNA era incompatibile con un essere umano, non lo sarà per il mondo sportivo che non vorrà sospendere la sua squalifica. Provette manipolate, risultati e prove che apparse all’ultimo momento in fase processuale non saranno sufficienti. Il duro attacco alla IAAF (International Association oh Athletics Federations oggi World Athletics) e la WADA (World Anti-Doping Agency) che però non lo scagionerà e Alex non potrà partecipare alle Olimpiadi di Tokyo 2020.

La risalita la deve alla moglie Katrin Freund, ai figli e a Sandro Donato che l’ha sempre sostenuto ed ora il “riscatto” con la serie ideata da Massimo Cappello in cui si possono ascoltare voci, idee e opinioni contrastanti, una raccolta di indizi con un filo conduttore verso l’innocenza dell’atleta. Poi ognuno giudichi come vuole ma almeno c’è la possibilità di vedere un’altra verità.

La sua squalifica scade il 7 luglio 2024, i Giochi Olimpici di Parigi iniziano il 26 luglio 2024, Alex ha fatto ricorso ma non riuscirà a partecipare alle prove di qualificazione, intanto continua ad allenarsi, certo di aver scontato la pena per il primo errore commesso e sicuro della sua innocenza.