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Le nefropatie: un problema in sviluppo

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In questo articolo parleremo di un problema sempre più frequente nei giovani che frequentano le palestre. L’uso eccessivo di integratori, spesso per moda, porta infatti a processi patologici a carico del rene: le nefropatie.

Queste patologie ovviamente hanno anche altre cause, spesso correlate alla sindrome metabolica (descritta nei precedenti articoli).

Le nefropatie prendono il nome in base all’unità funzionale del rene coinvolta. Sono ricorrenti nel 20 – 40% in soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1 e di tipo 2 e, quando associata a uno stato di ipertensione, con il qua- le è strettamente correlato, rendono conto di un quinto delle malattie renali allo stadio finale.

Esse si classificano in base al tasso di albumina escreto con le urine :

  • –  < 20 μg/ min → normo albuminuria ;
  • –  20 – 200 μg/ min→ principio di nefropatia;
  • –  > 200 μg/ min → nefropatia conclamata;

 

Le cause possono essere: infettive, immunologiche, genetiche, congenite, ambientali e metaboliche. Le nefropatie, se non prevenute e curate, possono raggiungere nelle peggiori delle ipotesi l’insufficienza renale cronica.

Le nefropatie infatti sono una malattie progressive che passano attraverso stadi di gravità.

A seguire i vari stadi:

– STADIO I

Definito stadio dell’iperfiltrazione glomerulare, è caratterizzato dall’assenza di sintomi e da una funzione renale in apparenza normale. In realtà alterazioni istologiche sono evidenziabili anche in questa fase. In questo stadio però l’escrezione urinaria di albumina è normale

– STADIO II

Detto anche “della nefropatia silente”. Anche in questa fase non è presente alcun sintomo ma, specie dopo sforzi fisici od abusi alimentari, compare microalbuminuria, cioè la presenza uri- naria di albumina in concentrazioni modeste ma comunque significative dal punto di vista chimico e clinico.

– STADIO III

Detto anche stadio della “Nefropatia incipiente”. In questo stadio la microalbuminuria è per- manente e si manifesta anche in assenza di sforzi fisici od abusi alimentari. Il filtrato glome- rulare si riduce, ma rimane pur sempre a valori elevati; spesso compare ipertensione arteriosa.

– STADIO IV

Detto anche stadio della “Nefropatia conclamata”. Si riscontra una proteinuria franca (> 200 μg/min), ed il filtrato glomerulare si riduce a valori patologici. Si presenta anche ipertensione arteriosa, ed aumento della creatininemia. Il passaggio dalla microalbuminuria alla proteinu- ria segna anche il passaggio della nefropatia diabetica dalla fase pre-clinica a quella clinica. I sintomi e le complicanze sono quelli tipici della sindrome nefrosica: edemi, quindi gonfiori soprattutto a livello del volto, dei piedi e dell’addome, riscontro di schiuma nelle urine, au- mentata suscettibilità alle infezioni, malnutrizione, aumento del rischio cardiovascolare (trombosi ed iperlipidemia), anemia, debolezza, malessere.

– STADIO V

Detto anche stadio uremico o dell’ “Insufficienza renale cronica”: stadio che evolve verso l’uremia terminale che necessita di trattamento dialitico.

ALCUNE STATISTICHE INTERESSANTI

Le nefropatie si manifestano in circa il 30% dei pazienti diabetici, nella maggioranza dei casi entro 20-25 anni dall’esordio dei diabete. In particolare negli USA, attualmente, il 44% dei pazienti con insufficienza renale è affetto da diabete, mentre in Italia, secondo i dati forniti dal Registro Italiano di Dialisi e Trapianto, il 9.1 % con dati inferiori a quelli medi europei. Si prevede comunque un ulteriore incremento nel corso dei prossimi anni anche nelle nostre popolazioni.

NEFROPATIE, ALIMENTAZIONE E INTEGRAZIONE:

Per prevenire o contrastare le nefropatie e soprattutto l’insufficienza renale anche avanzata occorre ridurre l’apporto proteico di origine animale (carne, pesce, uova, salumi, formaggi, latticini) controllando comunque la quantità delle proteine di origine vegetale (legumi).

E’ comunque importante monitorare l’apporto calorico cercando, se non vi sono problemi di diabete correlati, di accrescere l’apporto lipidico e dei carboidrati onde evitare problemi di malnutrizione.

Occorre controllare anche i valori del fosforo, limitando i salumi, i legumi secchi, la frutta secca, il cioccolato, il lievito di birra, i gamberi, il tuorlo d’uovo, le farine e la crusca, il cacao amaro in polvere, mentre è possibile consumare in piccole quantità alimenti come latte, yogurt, panna, pasta, riso, legumi freschi, orzo, bi- scotti, pesce e formaggi freschi (ricotta, mozzarella).

Ne sono inoltre privi la frutta fresca, la verdura, le patate, la marmellata, lo zucchero, il miele, l’olio e il burro. Rimane infine da limitare il sodio, presente nel sale da cucina, nei dadi per brodo, nei salumi e negli affettati, ma anche negli alimenti in salamoia (capperi, olive, carni e pesci in scatola) ed nei formaggi. Si consigliano integratori che stimolano la diuresi.

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