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Massimo Cantini Parrini racconta il mondo dei costumisti alla Romaison

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Massimo Cantini Parrini con Marine Vacth Pinocchio (2019) ph credit Greta de Lazzaris
Lo scorso 25 marzo, Romaison, la celebre rassegna sulle eccellenze romane nel mondo della moda, ha dedicato la giornata a Massimo Cantini Parrini

Fiorentino di nascita, ha sviluppato la passione per gli abiti nel laboratorio di sartoria della nonna. Il collezionismo e la raccolta d’abiti d’epoca lo ha portato ad essere oggi un affermato costumista, ottenendo grandi riconoscimenti tra cui ben tre David di Donatello.

Nel podcast a lui dedicato, Massimo Cantini Parrini racconta di quanto l’incontro con il regista Matteo Garrone sia stato per lui fondamentale. É proprio con il film “Pinocchio” del 2019, infatti, che il costumista fiorentino ha potuto confrontarsi con un lavoro di grande ricerca formale e stilistica.

L’ispirazione è nata, racconta Cantini Parrini, osservando le immagini storiche di Chiostri e Mazzanti, che furono i primi illustratori della celebre novella. Da qui, il lavoro si è concentrato sull’obiettivo di mostrare pinocchio non come un clichè, ma con una forma nuova e fresca.

Il suo lavoro nasce dalla lettura della sceneggiatura, che, precisa, legge sempre tre volte, inizialmente mai con lo sguardo tecnico del costumista. Questo perchè Cantini Parrini si pone in prima battuta come spettatore, per capire cosa si aspetterebbe di vedere sullo schermo se fosse seduto in platea.

Ci tiene a sottolineare la fortuna dei costumisti che lavorano in Italia, i quali lavorano in stretta collaborazione con tutto il team e che in qualche modo coordinano anche il lavoro di trucco e hair style.

Ciò si presenta dunque come una grande possibilità di operare a stretto contatto con altri professionisti e quindi accrescere il proprio bagaglio di conoscenze ma anche quello personale.

Nel podcast, Massimo Cantini Parrini, ci spiega anche la differenza d’impatto che offrono da una parte i quadri e dall’altra le fotografie. Se, da un lato, i quadri regalano personaggi e scenari ideali, la fotografia porta alla luce la realtà, in tutte le sue imperfezioni. Ecco perchè predilige la seconda, perché osservandola, lo spettatore vede ritratte tutte le imprecisioni che fanno parte dell’umanità, e quindi ci si può rispecchiare.

Quello che Cantini Parrini apprezza è proprio “lo sbaglio”, come lui lo definisce, che trasmette allo spettatore la verità.

Per lui il dettaglio è ciò che fa la differenza, e questo è testimoniato dal grande lavoro di ricerca svolto dal costumista che, secondo Cantini Parrini, ha il compito di costruire il corpo che esalti sia l’attore che il personaggio interpretato.

Protagonista del podcast in programma domenica 28 marzo, alle 12.30 sarà Leonardo Cruciano