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Andrea Jonasson torna in Italia con “Spettri” di Henrik Ibsen al Teatro Quirino fino al 18 dicembre

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"Spettri" di Ibsen al Teatro Quirino
Il Teatro Stabile del Veneto fa tornare la grande attrice tedesca Andrea Jonasson, moglie di Giorgio Strehler, in Italia con una tournée che toccherà oltre a Roma, Firenze, Milano anche Pistoia, Ferrara, Brescia, Parma e Udine fino a marzo 2023. Lei che, dalla morte del regista, si è trasferì a Vienna, affronta per noi una delle opere più dolorose di Ibsen, sul tema della famiglia: “Spettri” che è in scena al Teatro Quirino di Roma fino al 18 dicembre

Un “dramma familiare in tre atti” come lo descrisse l’autore, realizzato alla fine dell’800, in cui Ibsen, che scrisse l’opera proprio in Italia (tra Sorrento e Roma), rappresenta una famiglia borghese nel momento in cui gli spettri del passato ritornano e vengono rivelate le scomode verità nascoste.

Sul palco alcune sedie, un tavolo con delle lampade ad olio, un trionfante lampadario e un pannello appeso di lamiera sul fondo che fa da specchio, raddoppia e da forza al valore attoriale delle intenzioni dei protagonisti quando interpretano, quando danzano, si muovono, creando movimento e profondità (scene e costumi Adomas Jacovskis) come se vi fosse un’anima etera che riflette ogni attore.

Andrea Jonasson (Helene) domina la pièce è colei che tiene insieme la famiglia, le famiglie, nasconde i segreti, interpreta il personaggio con forza e bellezza, è lei sotto accusa di essere stata troppo religiosa e poi troppo dedita al marito che non amava, di essersi rifugiata dal pastore Manders (Giancarlo Previati) per poi fare ritorno sotto il tetto coniugale, e la storia continua nell’“arroganza di pretendere la propria felicità” con la nascita del figlio Osvald (Gianluca Merolli) che vien mandato all’estero a studiare “per il suo bene” e che torna molti anni dopo malato di depressione. Osvald che ritrova la gioia di vivere nell’amore di Regine (Eleonora Pannizzo) la giovane domestica di casa e con lei troverà anche la disperazione dell’abbandono e la solitudine.

Un dramma di più famiglie intrecciate in un unico destino causato da scelte più comode nel passato che emergono con la forza della verità.

Il temporale o la pioggia sempre in sottofondo, le pause tra una battuta e l’altra lunghe… il canto magnifico di Osvald in “Vesti la giubba” (dall’opera “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo) tuonante in “ridi pagliaccio” sono l’atmosfera perfetta di questa pièce in cui la bravura di tutti gli interpreti è unica e perfetta, ognuno calato nel giusto ruolo e diretti in regia da Rimas Tuminas e sul palco dalla strepitosa Andrea Jonasson.

“Spettri” è su un adattamento di Fausto Paravidino, la musica Faustas Latènas, Giedrius Puskunigis, Jean Sibelius, Georges Bizet, mentre il disegno luci Fiammetta Baldiserri
ripresa luci Oscar Frosio.