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“DECAMERONE VIZI, VIRTÙ, PASSIONI” torna Stefano Accorsi ed è un grande successo all’Ambra Jovinelli

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Decamerone- Stefano Accorsi teatro Ambra Jovinelli

Il progetto “Grandi italiani” di Marco Baliani, Stefano Accorsi e Marco Balsamo dal 13 al 18 marzo al Teatro Ambra Jovinelli. In scena i primi giorni “Giocando con Orlando-Assolo” e dal 16 marzo  “Decamerone, vizi, virtù, passioni”

Sette sono le novelle narrate dalla compagnia che, con una semplice scenografia, si alterneranno in ruoli, vendette e giuochi d’amore in un italico dell’antiqua forgia. Stefano Accorsi è Panfilo, capocomico dell’allegra brigata che a turno si divertirà insieme agli spettatori in questo tour tra alcune delle cento novelle del Decameron. Si succederanno Pampinea, Fiammetta, Dioneo, Filostrato ed Elissa, giovani trovatesi fuori da Firenze per evitar la pestilenza.

Sul palco solo un carrozzone rosso con un occhio dipinto sopra, come se osservasse lo svolgersi delle novelle del Boccaccio. Stefano inizia, applausi fiduciosi lo accolgono. Presenta la primiera novella. Sia lui che gli altri attori sembrano usciti da un quadro, coi vestiti dai colori botticelliani e po’ consunti dal tempo.

La seconda novella (giornata quarta) narra di frate Alberto (Mariano Nieddu) e della sua bramosia verso il denaro. Il frate trae così in inganno una vecchia ereditiera (Silvia Briozzo), fingendosi di ricevere l’angelo Gabriele per unirsi alla donna che, in realtà è ben felice di concedersi. “Donate i soldi al Prete concedetemi confession privata donate, donate, donate-vi” esclama!

Al suono di una fisarmonica in una sorta di carnevale danzante.

Nella quinta (settima giornata) Accorsi prende i panni di un marito geloso che, si mise a piantonar l’uscio di casa credendosi tradito. La moglie a quel punto stanca di cotanta gelosia realmente cominciò a cornificarlo con Filippo “scovato” da una fessura nel muro. “La donna sua scoprì un nuovo sentimento d’amor per l’ amante”.

Lisabetta da Messina (Silvia Ajelli) è la quinta novella (quarta giornata) messa in scena. Una tragedia d’amore a causa della gelosia dei tre fratelli della giovane che ne uccisero l’amante. Innamorata Lisabetta ne conservò la testa in un vaso da cui crebbe una pianta di basilico.

Piene risate accolgono gli attori nello svolgersi della prima novella (terza giornata). Masetto da Lamporecchio (Salvatore Arena) è un contadino assai piacente  che va a lavorare in un convento fingendosi sordomuto. Le attenzioni carnali delle suore ( Fonte Fantasia) e la Badessa lo porteranno allo stremo fino a fargli ritornare la “parola”.

Ancora una storia di gelosia vede luce nella prima novella (quarta giornata). Tancredi e Gismunda ne sono i protagonisti. Narrano la novella in piedi immobili su dei piedistalli, vestiti con casacche dorate che ne illuminano il volto. Narrano la gelosia di un padre nei confronti della figlia innamoratasi dello stalliere.

Messer Calandrino prosegue lo spettacolo. Il personaggio, realmente esistito, vittima di una birbonata da parte dei suoi amici che gli fanno credere di essere diventato invisibile dopo il ritrovamento della famosa pietra Elitropia.

Conclude la narrazione la novella quinta (giornata terza). Il Zima dona a messer Francesco Vergellesi un suo pallafreno, e per quello con licenzia di lui parla alla sua donna ed, ella tacendo, egli in persona di lei si risponde, e secondo la sua risposta poi l’effetto segue.

Stefano Accorsi con eleganza saluta gli spettatori  “Se vi sono piaciute curria a legger le altre novantatré novella del Boccaccio”.

Stefano Accorsi

Una grande prova di recitazione per tutta la compagnia, una serata ricca di risate per il pubblico. Uno spettacolo da non perdere che continuerà la sua tournée in giro per l’Italia.

Photo: Filippo Manzini

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“A ruota libera” Teatro Ambra Jovinelli