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Debutta a Santa Cecilia Alexander Soddy e dirige la Quinta sinfonia di Bruckner

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Alexander Soddy dirige la Quinta Sinfonia di Bruckner@ Christian Kleiner

Con le tre date del 18, 19 e 20 gennaio 2024 l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia inaugura le celebrazioni per i duecento anni dalla nascita di Anton Bruckner con la Sinfonia n.5 in Si bemolle maggiore WAB 105. A dirigere per la prima volta l’Orchestra il britannico Alexander Soddy sul podio nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma

La Quinta Sinfonia di Bruckner è stata eseguita solo altre quattro volte dall’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia dal 1968 ad oggi. Una composizione complessa che fu giudicata “ineseguibile” dal pubblico viennese impreparato alle lunghe esplorazioni sinfoniche di Bruckner quando fu eseguita nel 1894. Composta tra febbraio 1875 e maggio 1876 e poi ripresa dopo una pausa di un anno la Quinta fu conclusa nel 1978.

Alexander Soddy @Miina Jung

Dal carattere forte, la Sinfonia n.5 rispecchia il dualismo del compositore, il contrasto tra il suo aspetto fisico e il suo modo di vestire all’epoca alquanto criticato (pantaloni troppo larghi e lunghi, grosse scarpe, fazzoletti abbondanti e troppo grandi che gli sporgevano dalle tasche), descritto quasi come un contadino dai modi bruschi talvolta grossolani, un uomo introverso che si trasformava quando componeva o insegnava. L’anima di Brukner è gentile, come se fosse per errore in quell’involucro mascolino e in quell’aspetto.

Comincia l’atteso concerto, l’Adagio-Allegro caratterizzato dall’ alternarsi di lenti e forti  in contrasto come se fosse una lotta, tra femminile e maschile per poi cominciare l’Adagio. Sehr langsam (Molto lento), gli archi pizzicati con le dita e la dolcezza di tutto il secondo tema. Finisce sospeso. Per poi riprendere con lo Scherzo. Molto vivace in cui subentrano a gruppi gli strumenti come in una danza sostenuta.

La meravigliosa dolcezza Bruckner è in contrasto continuo tra una forza vigorosa e la delicatezza infantile dell’anima. 

Quando si è trasportasti dalle note dolci che accarezzano i nostri sensi subito un trambusto forte interrompe l’idillio che continua in questo alternarsi tra delicatezza ingenua e un suono fervido e forte, deciso.

Il Direttore d’Orchestra Alexander Soddy mette tutta l’intensità della sua giovinezza nelle intenzioni partecipando non solo che le braccia ma anche con il piede destro negli accenti più importanti e con piccoli passettini talvolta in punta di piedi catturato dalla composizione.

Il Finale. Adagio – Allegro moderato riprende il ciclo dei precedenti movimenti però con una crescita musicale più graduale e sostenuta in un arco temporale più lungo e i toni più sommessi, gli archi pizzicati solo con brevi incursioni. Per poi crescere tutta in un insieme di archi e fiati fino a sembrare la conclusione del tema per poi cambiare e prendere una direzione diversa nel finale corale con il timpano che dà forza a tutta l’Orchestra.

Alexander Soddy ©Miina Jung

Al termine del concerto il pubblico forse si aspettava un bis dopo i numerosi richiami di applausi al Direttore che con successo ha eseguito la Quinta di Bruckner creando un’emozione unica per quasi un’ora e mezza consecutiva.