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I ragnetti rossi sono in realtà dei super acari ecologici

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I "ragnetti" rossi, Balaustium murorum

I piccoli acari rossi Balaustium murorum famosi per trovarsi sui muri in questo periodo, non sono in realtà ragnetti ma acari. Dotati di una grande velocità, sono animaletti molto preziosi per l’ecosistema anche quello urbano

A Roma in primavera vengono allo scoperto e molti di noi sono stati vittime delle loro macchie schiacciandoli inavvertitamente sul travertino. La loro emolinfa (l’equivalente del nostro sangue) è ricca di carotenoidi ed è praticamente indelebile. Ragione per cui è meglio non ucciderli!

Questi acari dalle zampe lunghe appartengono alla famiglia degli Erythraeidae e sono velocissimi. Essi corrono incessantemente sotto il Sole in primavera e in estate si rifugiano al fresco all’interno delle crepe dei muri mentre, in inverno, si riparano e vanno in letargo. Caratterizzati da un colore rosso acceso, che permette di riconoscerli facilmente, utilizzano la tipica colorazione aposematica, che avvisa appunto con il colore rosso acceso il predatore di non mangiarli.

Dal punto di vista biologico i piccoli acari che sciamano in primavera sui nostri muri non sono dannosi per le piante ma anzi sono molto importanti dal punto vista ecologico, essi sono infatti predatori di larve di altri artropodi dannosi per gli alberi.

“Descritti nel 1804 dal Professor Hermann, devono il loro epiteto specifico al più frequente luogo di rinvenimento: i muri. “Murorum”, infatti, significa “dei muri”. Il nome del genere, Balaustium, ha invece un triplice significato e, sebbene non sia riuscito a trovare la descrizione originale, ritengo che tutte e tre le alternative etimologiche siano valide: la parola latina “balaustium”, a sua volta derivante dal greco βαλαύστιον, significa “fiore del melograno”, da cui la balaustra, cioè l’elemento architettonico di protezione di alcuni balconi e terrazzi, i cui i colonnini somigliano nella forma proprio al fiore del melograno e dove spesso questi acari si annidano.
Ma con il termine balausta (detta anche balaustio o balaustra), in botanica ci si riferisce anche al frutto del melograno, Punica granatum, ai più noto come melagrana. Questa bacca è apprezzata per i numerosissimi semi solitamente rossi e tondeggianti, fittamente disposti all’interno del frutto. Un’immagine che ricorda i muri ricoperti dai piccoli acari… anche per le macchie che possono lasciare sui vestiti” Bonifazi.
Si ringrazia per il contributo foto/video ed etimologico Andrea Bonifazi.