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La nuova fantascienza con Juliette Binoche e Robert Pattinson in “High Life” dal 6 agosto al cinema

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"High Live" al cinema dal 6 agosto

Siamo nello spazio, ci sono solo Monte (Robert Pattirson) e una neonata, sua figlia Willow (Miss Scarlett), nessun altro con loro. Cosa ci fanno due figure così diverse in una navicella spaziale? La bimba piange, mangia, dorme e cresce, loro due sempre da soli, ma cos’è successo come si sono trovati lassù?

Il film di Claire Denis incuriosisce fin dalle prime inquadrature, sembra, dalla fotografia, di essere tornati indietro nel tempo e contemporaneamente siamo nel futuro. La base nello spazio ha tutto il necessario, è autonoma e permette la sopravvivenza seppur con molti compromessi della piccola famiglia, l’urina viene riciclata ed il cibo è limitato, ma c’è uno spazio verde con un orto e le piante, un’oasi naturale. Monte è un padre amorevole, accudisce la piccola Willow che cresce. I video che arrivano dalla Terra la istruiscono e la bambina impara tutto quello che deve sapere.

Fanno entrambi parte di un progetto. All’inizio sulla navicella spaziale c’erano solo adulti, tutti ex detenuti del braccio della morte, non avevano avuto scelta, erano stati selezionati per una serie di esperimenti sulla gravidanza, la sessualità e la riproduzione. Cavie a tutti gli effetti e senza diritti. Juliette Binoche è la dottoressa Dibs con l’incarico di studiarli, ma la situazione le sfugge di mano: in breve tempo anche lei è prigioniera tra i prigionieri e nello spazio la sopravvivenza emotiva prende il sopravvento. Hanno tutti un unico destino,  nessuno di loro potrà tornare ma devono riprodursi.

Juliette Binoche
Da uno di questi esperimenti nasce Willow e dopo la morte di tutto l’equipaggio rimane l’unica sopravvissuta insieme al padre.
Robert Pattinson e la piccola Willow

Un film dai connotati angoscianti in cui si mescola primitività animale con il futuro moderno e tecnologico. A tutti gli effetti i detenuti sono cavie, i colori opachi e cupi e l’assenza di luce solare accentuano la tensione del film. Le scene di violenza e di sesso che non sono particolarmente esplicite diventano, grazie alla fotografia, di un impatto emotivo forte e tratti inquietante.

Il contrasto nitido è tra la purezza della bambina e l’amore di Monte con tutto quello che c’è stato prima dell’arrivo di lei. Willow è una sorta di redenzione dal peccato e l’astinenza di Monte la purificazione.

Il passato violento viene dimenticato, rimane solo il futuro incerto ma sereno, nello spazio, nel vuoto.

Il film è unico per i contrasti emotivi che riesce a creare e può essere amato o detestato. Di sicuro rimane impresso e la regista scombussola l’animo evidenziando quella sottile linea invisibile tra ciò che è giusto e sbagliato che ci pone impropriamente come giudici sull’altro.