Home Arte Un pomeriggio in Triennale di Milano: la collezione permanente del Museo del...

Un pomeriggio in Triennale di Milano: la collezione permanente del Museo del Design Italiano

0

"Bocca", 1968- Studio 65 Gufram (1970)

In occasione del centenario di Triennale a Milano il Museo del Design Italiano propone per il pubblico un percorso artistico-culturale che parte dal 1923 (data della fondazione dell’istituzione come Biennale delle arti decorative a Monza). Esposti oggetti d’interno di case, uffici e dello spazio pubblico fino ad un luogo dedicato al design contemporaneo, destinato alle mostre temporanee di oggi, nello spazio Design Platform

Fu proprio il 19 maggio del 1923 che nella Villa Reale di Monza si inaugurò la prima Mostra Internazionale delle Arti Decorative con oltre mille espositori. Ogni stanza della Villa Reale, arredata nei minimi dettagli, era divisa per temi e categorie.  Tra di esse la Sala Futurista italiana Depero, ed è proprio con una sua opera che inizia il percorso nel Museo del Design all’interno della Triennale di Milano con il quadro “Macaco o scimmia”, 1923 (Tarsia).

Il percorso si sviluppa poi con oggetti, mobili, fotografie e scoperte, ricordi e curiosità del novecento come le suole a chiodi di gomma Vibram, 1937 progettate e poi brevettate da Bramani per la scalata.

E ancora la macchina da scrivere Lexikon 80, 1946 della Olivetti primo strumento di comunicazione, dal design bombato, coi tasti neri ben distanziati tra di loro che creano quel movimento tipico della battitura di un tasto alla volta, sedie e scrivanie d’epoca in giunco (1950) e la famosa poltrona ad uovo (1953) progettata da Ico Parisi in occasione del decimo anno della Triennale.

Esposte negli ampi spazi della galleria la Fiat Nuova 500 mod. D del 1960 simbolo del Made in Italy omologata per quattro posti che fu prodotta nel periodo dal 1957 al 1975 in più di quattro milioni di esemplari, simbolo dell’operaio medio, mezzo vacanziero, status symbol di un’epoca. Dal costo equiparato a tredici mensilità rappresenta insieme alla Lambretta (anch’essa esposta con il modello E 125 del 1953) alla Vespa Piaggio la libertà.
Lambretta E 125, 1953 e la Fiat Nuova 500 mod. D, 1960

Da citare tra tutti gli oggetti esposti il divano a forma di labbra giganti ispirato all’opera di Salvator Dalì “Viso di Mae West utilizzabile come appartamento surrealista” in poliuretano espanso rivestito di tessuto rosso elasticizzato. Sempre tra gli oggetti da seduta il “Serpentone”, 1971 Cini Boeri da vendere a metro e il famosissimo “Sacco”, 1968 senza forma ma “a forma di pera” con, al suo interno, milioni di palline in polistirolo espanso ad alta resistenza (Piero Gatti, Cesare Paolini, Franco Teodoro) Zanotta 1969.

UP5 Donna e UP6, 1969 C&B (1969), B&B Italia (1973)
La “sorpresa più grossa del Salone 1969” è la “Serie UP5” la rivoluzione nel campo degli imballaggi di poltrone e divani, ogni componente era realizzato con uno speciale poliuretano espanso che faceva ridurre il loro volume di un decimo di spessore in una guaina da imballo che, una volta rimossa, faceva riacquistare al divano immediatamente la sua forma originale da cui il nome UP!

La mostra permanente del Design italiano con la ricostruzione di alcuni interni domestici e l’esposizione di oltre 300 oggetti dal 1923 ad oggi è a cura di Marco Sammicheli il  progetto di allestimento è di Paolo Giacomazzi e sarà allestita fino al 28 febbraio 2025 in Triennale di Milano.