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“Niente da perdere” di Delphine Deloget è stato presentato in anteprima al Rendez-vous Festival

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"Niente da perdere" di Delphine Deloget con Virginie Efira

Il Rendez-vous Festival, alla sua XIV edizione, apre i battenti, come ogni anno, a Roma, al Cinema Nuovo Sacher, dove sono stati accolti film e ospiti della rassegna, farà poi tappa, con sezioni speciali a: Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Torino e Palermo. “Niente da perdere” di Delphine Deloget con Virginie Efira sarà nelle sale italiane dal 25 aprile distribuito da Wanted

L’opera prima di Delphine Deloget è stata presentata alla 76ª edizione del Festival di Cannes, nella sezione Un Certain Regard riscuotendo un enorme successo sia per la tematica toccata sia per l’interpretazione di Virginie Efira. A Sylvie, una madre single, viene tolto, dagli assistenti sociali e poi dato in affido, il figlio più piccolo a causa di un incidente domestico che lo ha coinvolto mentre lei era al lavoro.

Virginie Efira (Sylvie)  la madre al lavoro in un pub nel momento dell’incidente

Nel film di Deloget, presentato al Rendez-vous Festival si percorre insieme alla madre ogni sfaccettatura della difficile vicenda giudiziaria che coinvolge lei, il figlio più grande, il fratello e gli amici. I giorni e poi i mesi di lontananza dal bambino con la possibilità dapprima di vederlo un giorno a settimana, in uno spazio “protetto” al chiuso, sotto sorveglianza, come se fosse incapace di occuparsene e poi sospendendo gli incontri per mesi, fino alla trafila del tribunale e la decisione di toglierlo a lei per un tempo indefinito fino al verdetto finale.

La protagonista con i figli

“In niente da perdere” si soffre con la protagonista che in realtà è una buona madre, provando un miscuglio di empatia e rabbia oltre alla presa di coscienza di essere, come lei, completamente impossibilitati a fare qualsiasi cosa.

D’altronde la rabbia la farebbe allontanare dal bambino, per sempre, la troppa calma potrebbe essere scambiata da lui come noncuranza (questa volta vera). Lo spettatore è coinvolto dalla disperazione di Sylvie, da non poter mostrare, e arriva con lei in un crescendo di emozioni a un eclatante finale.

Come dichiara Virginie Efira durante l’intervista ha preso spunto per il suo personaggio da una scena del film “Qualcuno volò sul nido del cuculo”, 1976 di Miloš Forman, in cui Jack Nicholson tiene le mani serrate in tasca per non reagire alle provocazioni perché ogni reazione sarebbe troppo forte. Questa tensione contenuta è quella che si percepisce in tutto il film.

Sylvie è una madre esemplare, sia nei comportamenti che nelle reazioni controllate, non esplode per raggiungere l’obiettivo finale. Una madre che ascolta i suoi figli e i loro desideri, ponendoli davanti ai suoi, una madre single che fa del suo meglio per tirare su i propri figli ma che è in contrasto con l’idea stereotipata che la società ha del ruolo materno.
Sylvie, la madre

Attraverso il soggetto scelto, la regista vuole mettere in evidenza cosa accade in un nucleo familiare quando vi è una forte separazione, il rapporto della madre con entrambi i figli e quando la società decide di intromettersi in una famiglia. L’obiettivo non è quello di dare un giudizio ma solo di mostrare cosa può accadere dal punto di vista e dalle ragioni di ogni personaggio.

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