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Con “la fattoria dell’aglio” in Australia continuano le avventure di Giorgia. Capitolo undicesimo

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Fattoria dell'aglio

Nel capitolo scorso eravamo rimasti alla mia esperienza presso la “fattoria dell’aglio” giusto?

Da dove poter cominciare? La fabbrica distava ben 40km da casa ed il grosso problema era che non avevo ancora una macchina. Così, nel giro di un weekend mi sono dovuta comprare un’auto che mi permettesse di raggiungere il posto di lavoro.

Ricordo che fu un weekend stressantissimo e pesante. Stefano si era proposto di aiutarmi e visto che non avevamo alcun mezzo per poterci muovere e raggiungere le varie concessionarie intorno alla città… I nostri piedi diventarono il nostro mezzo di trasporto.

Girammo non so quanti negozi, siti e tramite news papers, eppure la fortuna non sembrava girare dalla nostra parte.

Fino a quando… Quasi, devastati e forse un po’ negativi, trovammo sull’angolo di una rotonda una piccola concessionaria.

Non eravamo molto fiduciosi, ma provammo comunque ad entrare.

Ed è li che trovai ma mia indistruttibile Ford ”Amica”.

Da allora mi è rimasta accanto fino alla fine senza mai darmi alcun tipo di problema 😊.

Grazie a lei potei iniziare a lavorare nell’azienda praticamente subito senza dover posticipare la mia data di inizio impiego.

La mattina seguente, dopo aver comprato l’auto, arrivai alla ditta dove una signora mi fece vedere l’intera società, come era suddivisa e come funzionava.

Era immensa e vidi macchinari mai visti prima, una puzza di aglio infinita, un rumore che non era di certo accogliente e gli operai erano praticamente tutti vestiti uguali e tutti indossavano una buffissima cuffietta blu in testa ahahaha 😊.

Mi era già salita l’ansia e all’idea di dover indossare quella cosa in testa  mi faceva venire quasi voglia di nascondermi.

Ma feci un respiro profondo e proseguii.

Mi era stato detto che mi avrebbero fatto un training per saper classificare e testare la qualità dell’aglio, prima della vendita.

I diversi parametri di sicurezza erano molto molto rigidi e quindi era altrettanto importante che il nostro controllo fosse accurato.

Era una carica molto considerevole e la cosa mi interessava parecchio.

Non è stato facile imparare tutto quanto in un paio di giorni, soprattutto perché ero capitata lì proprio al boom della stagione.

Ci fecero vedere un video riguardante i pericoli e la sicurezza sul posto del lavoro, ma in quel giorno, della mia vita, erano successe alcune situazioni per cui la mia testa era piena di pensieri e preoccupazioni. Tutte quelle  situazioni mi avevano  portata a non concentrarmi durante il video, così, al mio primo giorno di lavoro mi presentai indossando scarponcini normali , anziché quelli antinfortunistici .
La responsabile, li noto’ e mi disse che nn avrei potuto lavorare quel giorno senza le scarpe adatte.
Mi sono sentita malissimo perché sono sempre stata una persona precisa sul lavoro. Ma nonostante questo, non mi demoralizzai troppo ed il giorno seguente tornai più carica del giorno prima incominciando così la mia nuova avventura !

Dopo few giorni mi avevamo già affidato le mansioni ed io mi sentivo già abbastanza pronta per poter affrontare le responsabilità, inoltre ero comunque affiancata a persone adorabilissime che mi avevano presa in simpatia.

Mi dimostravo disponibile ed il lavoro non era di certo noioso.

Trascorso un mese e mezzo circa, vedendomi lavorare sodo e avendo bisogno di una Line Leader, mi domandarono se fossi disposta a cambiare incarico.

Consisteva nel dirigere un intero reparto, e saper gestire quattordici o più ragazzi, con rispettive tempistiche assegnatemi durante la mattinata.

Come lavoro mi stressava molto di più di quello precedente, ma provavo a convincermi del fatto che se mi avessero affidato la carica era perché pensavano che avrei potuto svolgerla. Giusto?

Stetti a lavorare per loro per un altro mese e mezzo, alla fine del quale provarono ad offrirmi un’altra funzione ancora.

A cui però dovetti rifiutare visto l’inizio imminente nuovo lavoro al Caffè.

Mi sentii molto male e forse anche un po’ in colpa al momento in cui detti a loro le settimane di preavviso, ma capirono tutti e persino la Responsabile era stata più che comprensiva, dicendomi che comprendeva a pieno e aggiungendo che i futuri datori di lavoro che avrei avuto sarebbero stati molto fortunati ad avermi.

Che gioia quando mi disse quella cosa, mi sentii ripagata di ogni sforzo fatto e scoppiai a piangere come una bimba.

Salutai tutti a malincuore ma non potevo fare diversamente.

Ho imparato davvero moltissime cose, inoltre, non avrei mai potuto credere di poter essere in grado di gestire così tante persone, facendo in modo che il rispetto venisse da entrambe le parti.

Ragazzi che porterò sempre con me e che ricorderò sempre con tanto affetto.

 

Bye Bye a tutti amici, spero di ritrovarvi qui al Dodicesimo Capitolo.

Giorgia Marcon

Giorgia alla ricerca di un nuovo lavoro in Australia.

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