Home Cultura/Spettacolo Lo zio Willy racconta Montesacro, la rubrica di Enrico Petronio

Lo zio Willy racconta Montesacro, la rubrica di Enrico Petronio

0
Fin da ragazzo, mentre passeggiavo per il quartiere, pensavo che potesse essere un’ottima location (come si dice oggi) per fare Shakespeare.

La bellezza non ha confini, né limiti; si adatta, come l’acqua, a qualsiasi spazio e a qualsiasi tempo. Quando un anno fa ho creato LO ZIO WILLY mi sono messo a recitare Shakespeare un po’ ovunque. Sarebbe interessante allora, adesso, cominciare un progetto in cui raccontare Montesacro con l’opera del Bardo. Foto, piccoli video, pillole di amore o di denuncia che raccontino la nostra porzione di Roma con i pensieri e le parole di un Poeta che di vita e di uomini ne sapeva qualcosa!”

SHAKESPEARE RACCONTA MONTESACRO

“Tutto il mondo è un palcoscenico,

e tutti gli uomini e le donne semplicemente attori;

hanno le loro uscite e le loro entrate,

e ciascun uomo nel suo tempo recita diverse parti,

e i suoi atti sono le sette età. All’inizio, l’infante,

che miagola e vomita nelle braccia della balia;

poi, il piagnucolante scolaro, con la cartella

e la faccia del mattino, che striscia come una lumaca

malvolentieri a scuola;

e poi l’innamorato,

che sospira come una fornace, con una ballata di dolore

scritta per il sopraciglio della sua amata; poi, un soldato,

pieno di strane imprecazioni, e barbuto come un leopardo,

geloso nell’onore, veloce ed improvviso nella lite,

a caccia di una reputazione roboante

persino nella bocca del cannone;

e poi, la Giustizia, con la sua bella pancia rotonda, imbottito di buon cappone,

occhi severi, e barba elegante,

pieno di sagge massime ed esempi moderni,

e così recita la sua parte; la sesta età scivola

nell’esile Pantalone in pantofole,

con gli occhiali sul naso e la borsa sul fianco;

i suoi pantaloni di gioventù, ben conservati, un mondo troppo larghi

perché il suo corpo si è ristretto, a la sua grossa voce virile,

che si trasforma di nuovo in un tremolio da bambino, soffia

e sospira come un flauto. L’ultima scena fra tutte,

che termina questa strana storia piena di storie,

è una seconda fanciullezza, e un mero oblio,

senza denti, senza occhi, senza gusto, senza nulla”.

TRADUZIONE: Enrico Petronio da “As you like it (Come vi piace)”

Jaques- Atto II, scena 7

Location: Parco Conca d’Oro

Enrico Petronio