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“The Container”di Clare Bayley il viaggio di cinque profughi in streaming al Teatro Belli

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"The Container" di Clare Bayley al Teatro Belli
Rinchiusi in un container, al buio, le uniche luci quelle delle torce, è questo il viaggio che cinque profughi faranno attraverso l’Europa per arrivare in Gran Bretagna. Al Teatro Belli il testo è stato portato scena tradotto dal regista Carlo Emilio Lerici

La maggior parte di noi è nata qui, in Italia, in Europa. Lo studio, il diritto al voto, poter uscire senza avere paura dei bombardamenti, trovare il cibo che più preferiamo, sembra tutto normale. Ma non è così per la maggior parte degli abitanti di questo pianeta. Soprattutto coloro che sono nati in alcune zone del continente africano, asiatico e sudamericano. I migranti, coloro che sono costretti a fuggire pagando cifre enormi, non lo fanno certo per il gusto dell’avventura bensì per cercare un futuro migliore.

“The container” parla delle storie di alcuni di loro, chiamati profughi, c’è Mariam, fuggita dall’Afghanistan dopo aver visto il marito decapitato dai talebani per aver continuato ad insegnare alle ragazze nonostante il divieto. Asha e Fatima, che hanno lasciato un terribile campo profughi in Africa. Jemal, curdo, che cerca di raggiungere la famiglia. Ahmad il ricco uomo d’affari afghano.

Quando salgono sul container sono già a buon punto del loro viaggio ma gli chiederanno altri soldi, ci saranno altri ricatti e scambi di favori. Tutto verrà accentuato dal buio che stimola l’incertezza e la paura. Arriveranno in Gran Bretagna e una volta là il loro sogni si realizzeranno ?

Nel cast (Hafedh Khalifa, Eslam Saeed, Nadia Oulski, Saeid Haselpour, Antoinette Kapinga, Jasmine Volpi) attori provenienti da diversi paesi dell’Africa e del Medio Oriente. La rappresentazione originale prevedeva la ricostruzione di un container in legno dalle dimensioni reali,  all’interno del quale oltre ai sei attori entravano gli spettatori. L’effetto realistico creava non pochi disagi, calarsi nella realtà di queste donne e questi uomini pur sapendo che era “finzione” è stato a volte difficile per l’impatto emotivo.

Il cast è stato scelto con cura, il regista ha preso attori di origine araba: un tunisino, una congolese, una marocchina, un iraniano, un egiziano e anche un’ italiana.
Il cast dentro al container

La bravura di regia è stata anche quella di coordinare il gruppo, rendendolo affiatato superando le difficoltà linguistiche (alcuni di loro non parlavano italiano ma dovevano recitare nella nostra lingua). Il risultato è stato uno spettacolo acclamato al punto di aver conferito il patrocinio di Amnesty International con la seguente motivazione:

“Per aver trattato il tema della migrazione in modo originale ma fedele alla realtà mettendo in risalto le diverse facce del fenomeno e delle violazioni dei diritti ad esso, purtroppo, legate.”

Il Teatro Belli continua le sue rappresentazioni portando in scena dal 1 al 4 aprile “Lovesong” di Abi Morgan.