Home Sport Spagna-Italia 3-0, grande Spagna, piccola Italia

Spagna-Italia 3-0, grande Spagna, piccola Italia

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Andrea Belotti attaccante Italia

Immaginate due scolaresche, una che applica sempre lo stesso metodo di studio, ed arriva a saperne più dell’insegnante, il quale entra in classe e, umilmente, lascia gli alunni liberi di esprimere il proprio talento, ognuno nel suo ruolo, in un copione collaudatissimo. Questa è la Spagna.

Dall’altra parte una classe di alunni sì bravi, qualcuno con un talento superiore, ma disorientati dal puntuale cambio di programma ogniqualvolta arriva un insegnante diverso. L’Italia. La differenza tra le due squadre attualmente è questa. Gli Spagnoli riescono ad amalgamarsi insieme come squadra, al punto da essere collettivamente superiori alle pur eccelse sue individualità. Nessun innamorato del pallone, e sì che ne avrebbero ben donde, mai un passo o un dribbling di troppo. Palleggiano, si liberano della palla velocemente, trovano sempre un uomo libero a cui darla, facendo contemporaneamente un pressing asfissiante. Ti fanno correre a vuoto mentre loro consumano poche energie facendo correre la palla. Si arriva alla fine con l’avversario esausto, con la lingua di fuori, piegato sulle ginocchia.

Ma veniamo, pur dolentemente, alla partita.

In uno stadio, il Bernabéu, che farebbe tremare le gambe anche al miglior Jack Sparrow, il nostro CT Ventura, in un impeto di manifesta presunzione, dovuto probabilmente al percorso molto positivo della nazionale italiana dal suo insediamento, dimentica chi andiamo ad affrontare e dove, presentando uno spregiudicato modulo 4-2-4, con due soli centrocampisti.

Verratti e De Rossi, a sostegno dei nostri due attaccanti, Immobile e Belotti, supportati da due ali, Insigne e Candreva.

Tutti bei nomi, i migliori, soprattutto se considerati in merito al nostro avvio di campionato. Purtroppo il meccanismo non funziona.

I nostri due centrocampisti sono stati letteralmente divorati dai dirimpettai spagnoli, superiori in numero, tecnica e velocità.

Le ali non hanno fatto bene la spola tra centrocampo e attacco, soprattutto Insigne, sparito nei meandri della difesa spagnola per tutto il primo tempo e gran parte del secondo. Belotti ha avuto solo un’occasione di testa parato da De Gea, ed Immobile nessuna, pur muovendosi molto cercando di aggirare la difesa avversaria. Un tiro di Insigne nel finale e l’Italia è tutta qui. Per completare, una difesa schierata con il solo peso dei ricordi sulle spalle, invece che quello della dinamicità, grinta e rabbia agonistica, presenta gli ormai troppo ossidati Buffon, Barzagli e Bonucci, tre statue piantate, e un impacciato e spaurito Spinazzola, che per questioni di mercato non gioca nella sua squadra, l’Atalanta, e perciò indietro di preparazione. Si è salvato solo Darmian sulla destra.

Come sarebbe stato possibile, con questo assetto, contrastare la straripante Spagna che ci siamo ritrovati di fronte?

Un fenomeno vero, Isco, porta in vantaggio le furie rosse al 13′, con una punizione magistrale, e replica al 40′ con un tiro di sinistro ad incrociare dopo una finta che ha spiazzato tutta la difesa, compreso un non del tutto incolpevole Buffon.

Un gol simile a quello di Tardelli nella storica finale che proprio in questo stadio ci rese campioni del mondo l’11 luglio 1982 in una palpitante finale contro la Germania.

Altri tempi. 2-0 per la Spagna. Isco ha imperversato con numeri di alta classe per tutta la partita, guadagnandosi la palma di migliore in campo, sostituito all’89′ con l’unico scopo di fargli tributare una standing ovation da parte del pubblico. Mentre Alvaro Morata, subentrato al 72′ al “prof.” Iniesta, realizza 5 minuti dopo il 3 a 0, in un’azione travolgente condotta da Sergio Ramos sulla destra, che imbecca Morata il quale insacca davanti ad un Buffon che suscita addirittura tenerezza.

I cambi dell’Italia, Bernardeschi, Eder e Gabbiadini, tutti attaccanti, evidenziano il disperato tentativo del nostro CT di sortire qualche effetto casuale nell’area spagnola.

Ventura, forse, dovrà fare delle riflessioni sulle imminenti decisioni da prendere. Buffon, Barzagli e Bonucci non sembrano più essere all’altezza di affrontare certi avversari.

Non rimane che concentrarsi sulle prossime partite.

Valter Laurenti

Photo: Sky calcio