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Separazione? Istruzioni per l’uso

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Game over@pixabay
Sono un avvocato di famiglia. Quando il cliente si siede alla mia scrivania solitamente è il momento più buio della sua vita, quello in cui è forte la sensazione del fallimento e spesso prevale la rabbia al buon senso

Il primo passo che faccio è quello di farmi consegnare “le armi”, almeno per un attimo, quanto meno per tentare di ragionare su una possibilità di accordo, al di là del torto o della ragione di ognuno.

Solitamente il consiglio che mi sento di dare a chi si rivolge a me in un momento così difficile è quello di non avere fretta di “firmare le carte”.

Ciò sebbene comprendo perfettamente che invece il desiderio principale sia quello opposto.

D’altronde, spesso, quando un cliente arriva nello studio dell’avvocato è per mettere un punto ad una situazione che si trascina da tempo. E che non è più sostenibile emotivamente.

Per questo la richiesta più comune è quella di porre fine, nella maniera più celere, e con un atto formale, ad un rapporto difficile.

Porto sempre i miei assistiti a riflettere sull’importanza di questo momento.

A riflettere sull’importanza di non compiere scelte che possano pregiudicare il futuro, in termini di rapporti ed in termini di possibilità.

Cerco di spiegare l’importanza di scrivere un buon accordo, una nuova pagina del libro, dare un’impostazione che è fondamentale sotto innumerevoli aspetti, non ultimo quello della serenità con cui si vivranno gli anni a venire.

Bisogna considerare innanzitutto una cosa: gli accordi di separazione non sono modificabili.

Ciò finché non intervengano dei mutamenti rilevanti delle situazioni personali o patrimoniali dei coniugi ( ad es. la perdita di un posto di lavoro), che costituiscano quindi quel novus che consenta di modificare le condizioni concordate.

È per questo che diviene di fondamentale importanza che l’accordo sia confezionato ad hoc per la coppia.

Ed in particolar modo se trattasi di coppia genitoriale, valutando bene tutti gli elementi attuali ma con un uno sguardo sul futuro, affinché non sia proprio l’attuazione pratica delle condizioni concordate a divenire motivo di conflittualità.

Ecco allora che ribadisco quanto è importante il tempo.

E vorrei lo comprendessero anche tutti quelli che si trovano ad affrontare una ingarbugliata situazione separativa.

Bisogna valutare, ponderare, mediare, e farsi guidare, anche nella scelta dello strumento giuridico da utilizzare, che assume la sua importanza.

Questo perché per separarsi ci sono strade più o meno celeri, ma tutto va modulato sul singolo nucleo familiare e sulle problematiche che esso presenta, al fine di consentirgli di delineare un strada, la meno impervia possibile.

Pertanto ciò che non mi stanco di ripetere è che la separazione è la fine di un progetto di coppia, non di un rapporto, che si può impostare, con volontà e buon senso, su basi diverse.