Il regista serbo Srđan Šarenac nel docufilm Prison beauty contest, 2025 ci accompagna all’interno del carcere femminile di Pirajui, in Brasile, dove si tiene un concorso di bellezza tra 1.500 donne detenute. Il progetto, che sulla carta può sembrare bizzarro o addirittura paradossale, si rivela presto un’indagine profonda sul senso di identità, sulle speranze di rinascita e sulla forza trasformativa del sentirsi di nuovo “viste”
Come racconta Šarenac stesso, l’idea nasce quindici anni fa, quando, durante una relazione con una fidanzata brasiliana, venne a sapere dell’esistenza di un vero concorso di bellezza organizzato in carcere. “All’inizio pensavo fosse una storia semplice, magari da riprendere in quattro settimane” racconta prima della proiezione all’Ischia Film Festival. “E invece ci ho messo 15 anni per realizzare questo film. Ho imparato molto da queste donne, ho scoperto emozioni che non mi aspettavo, e ho capito che anche dietro le mura di un carcere si può cambiare”
Il film si concentra in particolare su tre protagoniste: Joyce, Angel e Sueli, che partecipano al concorso ciascuna in una categoria diversa (Miss Primavera, Mister Transgender, Miss Taglia Forte). Ma nella narrazione compaiono anche due figure non protagoniste, e alcune scene coinvolgono fino a 100 detenute. Nonostante il desiderio di tutte di partecipare, come ricorda il regista: “Quando si è sparsa la voce che un regista stava girando un film, tutte volevano essere inquadrate. Ma non potevo accontentare tutte.”
Il concorso dura quattro settimane, e ogni tappa, dai preparativi alla scelta del vestito, fino alla sfilata, diventa un momento di resistenza emotiva e psicologica. La divisa carceraria, bianca e beige, viene simbolicamente accantonata per un giorno: le donne possono scegliere chi essere, come apparire, e soprattutto come sentirsi. Quel gesto apparentemente frivolo, truccarsi, vestirsi, pettinarsi, si carica di valore identitario. È memoria di sé stesse come donne, prima di diventare detenute.
Šarenac si muove con uno sguardo intimo e rispettoso, mai invasivo, raccontando la quotidianità, i sorrisi, le incertezze, i piccoli momenti di solidarietà e le grandi fragilità. Con la sua macchina da presa entra in un mondo chiuso, dove tutto è regolato e ripetitivo, e lo anima attraverso le parole, i sogni e le trasformazioni delle protagoniste. Anche visivamente, il film mostra come un gesto possa rompere l’inerzia del quotidiano e aprire uno spiraglio di luce.
Prison Beauty Contest è molto più di un documentario su un concorso: è un racconto sincero e commovente sul desiderio di rinascita. Tra divise beige, lacrime e sorrisi, Srđan Šarenac ci restituisce il volto umano del carcere e ci ricorda che anche dietro le sbarre, la bellezza può essere una forma di libertà.