Si chiude il mese di novembre con un concerto straordinario dal 28 al 30 novembre il Direttore Daniel Harding accompagnato da Clara- Jimi Kang al violino, che sostituisce per un problema di salute Lisa Batiashvili, e dirige l’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia in un programma dall’impronta “pastorale” di Claude Debussy, Sergej Prokofiev e Johannes Brahms
Delicatissimo e inconfondibile Debussy nel “Prélude à l’après-midi d’un faune”. Un risveglio per il fauno a bordo di un ruscello, nel torpore del risveglio le immagini sognanti di due ninfe sensuali, dieci minuti per preparare il pubblico ad entrare immersi nella musica per il tema successivo. Debussy è in questo caso come una mise en bouche facendo un paragone culinario, lascia la voglia di iniziare un pasto e in questo caso di ascoltare Sergej Prokofiev con il “Concerto per violino e orchestra n.2 in sol minore op.63”, dove entra in scena Clara- Jimi Kang in lungo abito nero drappeggiato con disegni floreali oro.
La maniera di dirigere di Harding è fluttuante come se lui e l’Orchestra fossero sospesi in aria e si addice perfettamente alla scelta dei temi della serata. Sincrono con lui il violino che ne accentua la sofferenza nel secondo movimento che si conclude con le corde leggermente pizzicate da Clara- Jimi Kang per poi trovare lo stile più riconoscibile di Prokofiev nell’ ultimo movimento in cui il violino è accompagnato dagli altri archi e da contaminazioni spagnole con nacchere e triangolo.
Oltre alla bravura il pubblico ammira l’eleganza e la compostezza della violinista che omaggia il pubblico con un bis prima di salutarlo.
Il secondo tempo si apre con i ritmi danzanti della “Sinfonia n.2 in re maggiore, op. 73” di Brahms chiamata anche pastorale o sinfonia viennese. Tutta la sinfonia è caratterizzata da un susseguirsi di calma tumultuosa alternata da un impeto fragoroso che si trova nell’ adagio ma non troppo ma che continua ad alternarsi nei toni crescenti vigorosi e poi calmi e teneri.
Qui Harding pur nella sua dolcezza e fluidità nel dirigere ha un gesto imperativo più accentuato sull’ Orchestra attraverso la bacchetta nella mano destra mentre la sinistra è ondeggiante.
È nel terzo movimento che il significato pastorale prende la forma dalla tipica danza austriaca.
L’ultimo tema chiude ed esplode in una grandiosissima esultanza sempre attraverso una calma apparente che improvvisamente cresce per poi concludersi con l’Allegro con spirito.
Un programma perfetto che è solo un debutto a Roma perché (con l’aggiunta della Messa da Requiem di Verdi in programma a Vienna il 7 dicembre) verrà eseguito dall’Orchestra di Santa Cecilia diretta da Daniel Harding con Lisa Batiashvili al violino, in una nuova tournée europea con concerti alla Philharmonie di Parigi il 2 dicembre, alla Philharmonie di Lussemburgoil 3 dicembre, alla Koningin Elisabethzaal di Anversadove l’Orchestra si esibirà per la prima volta il 4 dicembre, e il 6 dicembre al Konzerthaus di Vienna come preludio al periodo delle festività.