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Le canzoni di Pino Daniele raccontate dal figlio Alessandro nei giardini del Museo MAXXI a Roma

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MAXXI "Omaggio a Pino Daniele" in foto Alessandro Daniele ph.CosimoTrimboli
Continua il programma estivo nei giardini del Museo MAXXI di Roma, martedì 26 luglio l’Omaggio a Pino Daniele è stato subito sold out. Dell’artista napoletano raccontato dal figlio Alessandro Daniele e intervistato da Ernesto Assante sono state interpretate le canzoni in chiave jazz da Fabrizio Bosso  & Julian Olivier Mazzariello 
“Omaggio a Pino Daniele” Museo MAXXI, Roma
Alessandro Daniele, Ernesto Assante ph.Cosimo Trimboli

Guardando Alessandro si può vedere il padre, dalle movenze, lo sguardo, il sorriso e il modo di parlare pacato, insieme ad Ernesto Assante sul palco esterno del Museo MAXXI ha iniziato il racconto di una vita tra arte, musica e canzoni.

“Sto scrivendo un libro sulla storia di papà, su chi è Pino Daniele. Quando parlo con gli amici ognuno ha una risposta diversa, in realtà più di tutte le parole sono le sue opere che parlano di lui, mi ricordo che diceva sempre -sono un musicista che fa il ricercatore-“.

Alessandro fin da piccolo ha visto nascere molte delle canzoni di Pino. Dai suoi racconti, sul palco esterno del Museo MAXXI, emerge il bellissimo rapporto padre-figlio non solo affettivo ma anche lavorativo. “Non ho rimpianti, mio padre l’ho vissuto in pieno, forse, potevo chiedere di più sulla nascita dei suoi brani”. Alessandro osservava e non chiedeva, osservava Pino che aveva un rapporto con la chitarra quasi umano, era un’estensione della sua anima, è stata il suo mezzo di comunicazione durante l’adolescenza che lo ha aiutato a superare l’imbarazzo di una fisicità importante legata alla timidezza.

Alla domanda di Assante su come Pino Daniele lavorava dentro lo studio di registrazione Alessandro risponde che i musicisti che arrivavo erano chiamati per un’esigenza artistica, non per il loro nome. Una volta in studio iniziavano a suonare, creavano prima un dialogo comune attraverso la musica e poi iniziavano a lavorare.

Pino in studio era sempre molto tranquillo, sapeva sempre quello che voleva fare. Studiava diverse ore al giorno e cercava di comunicare con il pubblico attraverso ogni singola nota. Diceva “ci sarà sempre qualcuno più bravo di me l’importante è il sentimento”.

Costruiva la musica cercando di comunicare qualcosa fin dal primo accordo e poi costruiva la melodia. Pino utilizzava, per le sue canzoni, la lingua napoletana. Usava le parole in maniera ritmica come uno strumento, era il suo mondo il suo modo di vivere e di essere.

“Quando studiava la chitarra erano dei momenti meravigliosi in quel momento papà era lontano dagli occhi delle persone, era libero, era sé stesso. Riconoscevo tutto quello che lui aveva ascoltato in quei momenti, i provini degli album sono momenti ancora più veri, trovi il Pino libero“.
Daniele amava il jazz non solo quello elettrico ma anche quello storico.

Museo MAXXI “Omaggio a Pino Daniele” con Julian Olivier Mazzariello e Fabrizio Bosso ph. Cosimo Trimboli

Così alla fine del colloquio tra Alessandro Daniele e Ernesto Assante sono stati invitati, per la prima volta e solo per il MAXXI,  Fabrizio Bosso e Julian Mazzariello.
“Suonare questo repertorio è una grande responsabilità, adesso lo sento anche un po’ mio” dichiara emozionato Fabrizio.

I due artisti iniziano così il concerto con le note di “Je so’ pazzo”, 1979 continuando poi la serata #estatealMAXXI2022 con un brano dietro l’altro ed il pubblico entusiasta e, concludendo, con “Se mi vuoi” che fu cantata da Pino Daniele insieme a  Irene Grandi nel 1995.