Nel suo film più recente, Obraz (titolo internazionale The Tower of Strength), 2024 in concorso all’Ischia Film Festival nella categoria Location Negata, il regista montenegrino Nikola Vukčević realizza un’opera monumentale, un dramma storico teso e profondo che riflette con forza sulla brutalità della guerra e sulla possibilità, urgente, fragile, rivoluzionaria, di restare umani
Ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, lungo il confine montenegrino della Jugoslavia, Obraz segue le vicende di un bambino cristiano in fuga da un’unità fascista che ha massacrato i suoi genitori. Trova rifugio nella casa di Nur Doka, un uomo musulmano albanese, grazie all’empatia del figlio (la cui vita dipende da un dono di sangue). Nur si troverà davanti a un dilemma morale che lo metterà alla prova come individuo, padre e custode di un codice d’onore antico: il Kanun e, in particolare, la Besa, l’obbligo sacro di proteggere l’ospite, anche a costo della propria vita.
La tensione narrativa si svolge nell’arco di 36 ore claustrofobiche, in cui la casa di Nur viene stretta nella morsa delle truppe fasciste che attendono fuori dalla porta la consegna del bambino cristiano per ucciderlo. Ogni scelta pesa come una condanna. Consegnare il bambino per salvare la propria famiglia? Oppure difendere fino all’estremo quell’innocente sconosciuto, rischiando tutto? La domanda non è solo drammatica: è filosofica, spirituale, universale.
Vukčević docente universitario e autore dalla solida formazione intellettuale (è dottore di ricerca con una tesi sulla poetica di Ingmar Bergman), affronta la materia con uno stile rigoroso e visionario. Il film si muove con equilibrio tra realismo storico e suggestioni quasi mitologiche, evocando atmosfere da western balcanico e persino venature horror, come osservato da Bernd Buder (direttore del Festival di Cottbus). I paesaggi, superbi, silenziosi, incombenti, diventano parte della narrazione e trasmettono l’isolamento e il peso del destino.
Il film è stato descritto come un’opera che potrebbe reggere il confronto visivo ed epico con Il Signore degli Anelli, grazie alla straordinaria fotografia firmata da Đorđe Stojiljković (ha vinto il premio per la Miglior Fotografia al Jaipur International Film Festival) ma con al centro una battaglia molto più intima: quella tra onore e paura, tra l’istinto di sopravvivenza e la chiamata alla giustizia.
Prodotto da Galileo Production Montenegro, con il sostegno dei Film Centre del Montenegro e della Serbia e realizzato in collaborazione con artisti da Kosovo, Serbia e Montenegro, alcuni dei quali appartenenti a comunità storicamente divise, Obraz è molto più di un film: è un atto simbolico. Una testimonianza di come il cinema possa costruire ponti dove per decenni ci sono state solo trincee. Come sottolineato nelle note del regista e dei produttori, questa collaborazione rappresenta un gesto di riconciliazione culturale profonda, una risposta concreta alle ferite ancora aperte dei Balcani.
Il film ha esordito nel 2024 al Festival di Cottbus, per poi proseguire la sua corsa nei maggiori festival internazionali: Cairo International Film Festival (tra i 15 “A-list” festival accreditati FIAPF), IFFI-Goa, Dhaka IFF, Sofia IFF, Jaipur IFF (dove ha vinto il premio per la miglior fotografia) e Zaragoza, ha già lasciato un segno profondo nel pubblico e nella critica oggi è alla dodicesima partecipazione a un concorso.

Le interpretazioni sono intense e credibili, a partire da Edon Rizvanolli nei panni di Nur, un uomo diviso tra paura e coraggio, il volto e le inquadrature, avvolti nei silenzi rendono al sua interpretazione unica, così come il piccolo attore che interpreta il bambino e la moglie di Nur (Ana Vučković) paladina del ragazzo. Ma è la regia di Vukčević a tenere tutto assieme: mai retorica, mai spettacolare nel senso hollywoodiano, ma sempre centrata sull’essere umano. Ogni inquadratura è pensata, ogni silenzio è necessario.
Un capolavoro etico e cinematografico, senz’altro il miglior film presentato all’Ischia Film Festival 2025. Per i suoi intensi significati emotivi, per il ritorno all’onore, al senso della famiglia, Obraz è una preghiera per la pace, un atto di memoria e una lezione di umanità che trascende tempo, spazio e religione.