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“Kufid” il film documentario di Elia Moutamid dal 17 giugno al cinema

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"Kufid" di Elia Moutamid
Il documentario “Kufid” di Elia Moutamid girato durante il periodo di lockdown è stato presentato alla 38ª edizione del Torino Film festival 2020. Sarà nelle sale italiane dal 17 giugno distribuito da Cineclub Internazionale

Il lavoro del regista nasce in realtà nel 2019 quando si reca a Fès, in Marocco, la sua città natale. Colpito dalla gentrificazione subita dalla sua città e di come i piani urbanistici plasmino le persone con la scusa di riqualificare,  si troverà a fare un paragone con Brescia, la città dove è cresciuto, svuotata da un virus durante il lockdown.

“È un film girato durante la pandemia ma non sulla pandemia” dichiara il regista, anche se molte immagini del lockdown, la paura e quello che abbiamo vissuto s’intrecciano alla trama del film.

In “Kufid” come il protagonista abbiamo fatto sport, per chi lo aveva, nel piccolo pezzo di giardino, girando in tondo come in gabbia, abbiamo guardato la televisione in attesa di notizie,  lavorato, scritto e chiamato amici e parenti. Per Elia “Kufid” è un personaggio, “Kufid è una mia invenzione un’entità che mi faceva vedere le cose come sono”.

Il regista è nato nel 1983, a Fès in Marocco, poco dopo è venuto in Italia, figlio di migranti parla in realtà con uno spiccato accento bresciano. Il padre è riuscito, partendo da zero, a diventare un imprenditore, nella famiglia parlano italiano e arabo, e di questo Elia ringrazia la sua famiglia “Non sarei mai riuscito ad imparare l’arabo da adulto”. L’arabo è la sua lingua d’origine, la lingua come la chiama lui delle emozioni “Da piccolo, se mi sgridavano era in arabo”.

Come dichiara Paolo Minuto il responsabile della distribuzione del film, in Kufid si passa “Dall’architettura urbana all’architettura umana e dei loro rapporti, modificati da un evento che tutti unisce e che tutti separa. Parla della normalità parlando del virus, perché è a quella normalità che torneremo presto ma è con quella normalità che dovremo fare i conti, si spera con maggiore consapevolezza”.