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Il nuovo film di Michela Andreozzi, “Brave Ragazze”

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Michela Andreozzi@alessandroiannucci
Abbiamo incontrato in occasione delle conferenza stampa che presenta il nuovo film di Michela Andreozzi, “Brave Ragazze” in uscita nei cinema dal 10 Ottobre 2019 la regista e gli attori Luca Argentero, Ambra Angiolini, Ilenia Pastorelli, Serena Rossi, Silvia D’Amico e Max Vado

Il film è ambientato a Gaeta negli anni ’80 e racconta le vera storia di quattro donne in crisi che provano a cambiare le loro vite armate di bigodini e pistole.

Le protagoniste sono Anna (Ambra Angiolini), Maria (Serena Rossi), Chicca (Ilenia Pastorelli) e Caterina (Silvia D’Amico). Indossando i panni maschili e col coraggio di chi ha poco da perdere, decidono di rapinare insieme la banca del paese.

Le protagoniste Silvia D’Amico, Ilenia Pastorelli, Angiolini Serena Rossi@alessandroiannucci

In conferenza stampa la regista e le protagoniste ci hanno raccontato del film:

Michela sei soddisfatta? Che lavoro hai fatto insieme a tutte le tue ragazze e ai due uomini qui presenti oggi?

“Sono felice! Questo è un film che nasce tantissimi anni fa. Si basa su una storia vera, accaduta nella Francia degli anni ’80, a Vaucluse, vicino Avignone. Abbiamo cominciato con un ritaglio di giornale, era un’intervista a una delle rapinatrici che era uscita dal carcere e raccontava la sua esperienza, quello che le era rimasto come essere umano e come era cominciata tutta questa storia. Situazione paradossale, ma soprattutto la bravura di queste donne nell’affrontare e cavalcare un pregiudizio, ovvero, le donne non fanno certe cose, quindi se ci travestiamo da uomini non ci beccherà nessuno! Che è andato a colpire perfettamente in un punto a me caro, la realizzazione femminile. Per cui la storia di queste donne che hanno fatto una cosa sbagliatissima, ci è rimasta dentro. Abbiamo scritto e lasciata in un cassetto una prima sceneggiatura qualche anno fa, non avevo ancora debuttato alla regia, con remore e titubanza perché era comunque un film difficile da affrontare. Poi dopo un po’ di tempo, riprendendo in mano il progetto accantonato, ma mai dimenticato, la decisione è stata presa, facciamolo!

Come hai scelto le giuste attrici per il film?

“Le ho individuate mentre scrivevo, nella mia testa, erano loro. Innamorandomi in modi diversi di ognuna di loro”

E per i ruoli maschili?

“Max ce l’avevo, diciamo a portata di mano, cioè dentro casa, e gli ho fatto impersonare un ruolo non facile. Invece dirigere mio marito in un ruolo da abominevole, è stato divertentissimo, perché poi essendo mio marito sai fino a che punto puoi spingerti e sfoghi sul set cose che a casa sono idilliache! Con Luca Argentero ero legatissima. Luca per me rappresenta l’ uomo positivo, un uomo a disposizione di una donna, un uomo che sa apprezzare una donna indipendentemente dalla sua estrazione sociale, dalle sue origini e che riesce a giudicare l’essere umano e quello che fa al di fuori di certi schemi”

Ambra Angiolini chi è Anna, il suo personaggio?

“Anna è innanzitutto una donna indipendente dalla formalità, cioè da tutto ciò che è ovvio. Da quello che si dovrebbe fare se hai due figli, dal fatto che li abbia fatti con un personaggio non ben identificato nel film con un rapporto neanche troppo vissuto, raccontato con dolore. È una donna che si inventa la vita senza crearne per forza una fiaba. E non la racconta neanche ai suoi figli questa storia, cercando di trovare per forza un lieto fine. Spera che accada, e giorno dopo giorno si inventa qualcosa di diverso fino all’ideona perché ha un gruppo di amiche come lei che si devono un po’ arrangiare e sono disturbate”

Ilenia Pastorelli ci racconta di Chicca?

“Trovo che Chicca sia un personaggio bellissimo, con molte sfaccettature, molto particolare. Diverso perché io in genere faccio sempre la fidanzata di…l’amica di…sono sempre in qualche modo subordinata a una figura maschile. Invece in questo caso il mio personaggio fa parte di un gruppo di donne molto simpatiche, lei è ribelle, arriva anche a farsi tante domande su se stessa, sulla sua sessualità. Ho recitato, credo, nei panni di un personaggio con tante sfumature. Michela ha scritto questo personaggio secondo me molto fico perché ho avuto l’opportunità di smussare gli angoli della mia femminilità in eccesso. Infine volevo sfatare questo mito che con le donne non si lavora bene perché per me è stato l’esatto opposto!”

Serena Rossi ci parla di Maria, il suo personaggio.

“Maria è una donna devota alla Madonna, devota a questa famiglia che chiama in continuazione e che le chiede costantemente se è rimasta incinta, devota a un marito violento, cattivissimo, spaventosissimo. Ha questo gruppo di amiche che poi la salva in qualche modo, e mi commuove sempre questa storia perché veramente è un po’ quella che tutti vogliono proteggere. Però è lei che non si protegge da sola perché pensa che quella sia la sua condizione di vita, la sua normalità. Cosa purtroppo comune a tante donne oggi. Però grazie all’amicizia riesce a trovare la forza di fare un gesto eclatante. Attraverso questo percorso lei capirà quello che vuole davvero. Capirà che può avere anche altro dalla vita, che merita di più. L’ho amata molto”

A Silvia D’amico chiediamo le sue impressioni.

“Penso che la cosa bella di noi quattro come attrici, e come personaggi, sia la nostra diversità. Il messaggio forse nuovo che questo film vuole dare, è il fatto che l’unione di un gruppo di donne può dare forza e può portare ad un certo tipo di realizzazione nonostante le grandissime difficoltà e differenze che ci sono. Abbiamo vissuto questa cosa mentre eravamo a Gaeta perché non ci conoscevamo. Nessuno di noi si conosceva ed è accaduta questa magia. Michela è stata una bravissima direttrice d’orchestra perché è bello avere una regista donna che non conoscendoci personalmente aveva già capito i nostri punti deboli e i nostri punti di forza. Ci ha capite e ci ha spinte anche ad osare in certe direzioni che probabilmente nessuna di noi aveva mai provato prima”

Chiediamo a Luca Argentero come sia uscito vivo da tutto questo?!

“Quando arrivavo al mattino sul set al trucco c’era la truccatrice che diceva: Finalmente te! Ero molto felice di far parte di questo progetto. In Brave Ragazze c’è un profondo sentimento di voler raccontare la realtà da un punto di vista femminile quasi se ce ne fosse davvero un’esigenza, e forse c’è! Perché lo sguardo di Michela è molto attento, molto preciso, nulla è lasciato al caso e questa è la cosa che mi ha colpito di più. Anche per il mio personaggio, se vuoi strumentale alla storia, come Gianni Morandi. Questa dovizia di particolari, quest’attenzione nel fare le cose, questo essere scrupoloso, che poi contrasta moltissimo con l’euforia di un gruppo di donne sconclusionate e scalmanate. In realtà dietro c’è una grandissima professionista, che è Michela. E quasi se ci fosse l’esigenza di doverlo sottolineare, è importante che ci sia una donna così oggi qui, su questo palco, a presentarvi un film. E lo fa attraverso una storia che nasconde allo stesso modo un messaggio bellissimo e inquietante: il fatto che ci si debba travestire per risultare credibili, veri. Nel mio caso è stata un’ulteriore possibilità di trasformazione, che per gli attori è sempre divertente. Mi mandava foto di Tom Selleck e William Hurt per ispirarmi! Io in realtà guardavo semplicemente l’album di famiglia e vedevo mio padre, sono uguale a lui, che ha portato i baffi dagli anni ottanta ai duemila. Sono stato onorato di far parte di questo gruppo, quindi grazie ancora Michela, grazie”

E siamo a Max Vado, marito della regista che nel film impersona il perfido consorte di Maria.

“Io vivo in un film Marvel, cioè sono sposato con Hulk! (risate). La mattina mi sveglio e lei è già al lavoro! Siamo immersi in questo film da due anni e mezzo circa in maniera totale. Vivo con una persona in perenne tempesta, che al cinema ha dedicato la vita e che mi ha proposto un personaggio completamente diverso da me. Nella nostra vita nuziale poi tutte queste cose per fortuna non accadono e non le pensiamo nemmeno, però sappiamo che esistono. Quindi guardandoci ci siamo chiesti, come lo facciamo questo film? Dobbiamo renderlo credibile. Nel senso che non deve dispiacere poi al pubblico quello che succederà a questo personaggio. L’abbiamo fatto ingrassare, gli abbiamo chiuso un occhio al trucco, insomma ci siamo detti mille e mille cose fino ad arrivare a quello che vedrete al cinema. Però dietro ogni singola scelta, ogni battuta e ogni inquadratura c’è un lavoro infinito. Spero che si veda tutta questa passione sia nella mia interpretazione che in quella di tutti i miei compagni di viaggio. Una dedizione al lavoro assoluta di una persona che mettendoci l’anima e tutta se stessa, ha “costretto” anche noi a mettercela, grazie!”