
Daniel Harding il 5, 6, 7 giugno ha diretto l’Orchestra e il Coro di Santa Cecilia nell’esecuzione della Sinfonia n. 2 “Resurrezione” di Gustav Mahler e la prima assoluta di Enrico Scaccaglia, vincitore del Concorso Internazionale di Composizione Luciano Berio del 2022
All’Auditorium Parco della Musica di Roma, la serata del 6 giugno, trasmessa in diretta su Rai Radio 3, si apre con una prima assoluta commissionata dall’Accademia di Santa Cecilia a Enrico Scaccaglia: Il carro del tempo.
Dal caos romano si viene subito immersi nello spazio sonoro creato dal compositore, tra le stelle. Ispirato all’Orsa Maggiore e al numero sette, come la carta dei tarocchi che simboleggia il Carro, ci troviamo nell’Universo. Saccaglia conduce il pubblico nel rumoroso silenzio dello spazio, dove il tempo è un’altra dimensione, diversa da quella consueta e lineare che va da un punto A a un punto B. Non a caso l’artista ha vinto il Premio Luciano Berio, di cui richiama l’ispirazione in alcuni momenti, portando l’Orchestra e il direttore Daniel Harding nella complessa esecuzione del brano. Un tempo che diventa lineare e circolare, in una dimensione impalpabile, nuova, che stimola la mente, i sensi e l’intelletto.
Cambio di timbro con la Sinfonia n. 2 “Resurrezione” in do minore per soli, coro e orchestra. Entra il Coro diretto da Andrea Secchi e Daniel Harding elegantissimo in frac. Il primo movimento, Allegro maestoso, è dolce e intenso, a tratti brusco e impetuoso; ricorda una persona amata che non c’è più. Nella varietà dei suoni e dei timbri diversi si ritrovano tutte le tonalità della vita e le domande, senza risposta, sulla finitezza dell’esistenza.
I meravigliosi crescendo all’unisono dell’Orchestra trasportano ogni singola cellula dell’ascoltatore in un sublime distacco dalla realtà. Ed è in un momento come questo che sembra incredibile pensare che la prima esecuzione il 13 dicembre del 1895 non fu un successo.
Bisognerebbe aspettare cinque minuti prima di iniziare con l’Andante moderato molto comodo, dai toni più ribelli ed è proprio quel silenzio che conquista e aiuta la concentrazione per il nuovo inizio.
Le corde pizzicate degli archi rendono ancora più delicato questo movimento, in cui il direttore riesce a esprimere tutta la sua maestria e passione. Il terzo movimento irrompe con il timpano per poi ritrovare anch’esso un equilibrio: sembra danzare in un valzer contaminato da incursioni di strumenti dissonanti che riescono a diventare omogenei nel movimento, tranquillo e scorrevole.
È il momento del contralto Sasha Cooke, già nota a Santa Cecilia. Sul podio, dietro agli archi, troneggia in un meraviglioso abito nero e oro aderente, intonando Urlicht (“luce primordiale”), in una ingenua fede fanciullesca con cui invoca Dio: “Che mi farà luce fino all’eterna vita beata!”.

Il quinto movimento si conclude coralmente con una visione apocalittica del Giudizio Universale: la Resurrezione, in cui coro e voci soliste (Hanna-Elisabeth Müller, soprano e Sasha Cooke contralto) danzano. Le voci, corpose, sono anticipate da una cupezza melodica funerea tra piatti e timbri; l’enorme tabular Bells suonato da Isabella Rosini esplode in tumulto strumentale mentre il Coro intona Resurrezione: risorgerai, sì risorgerai, mia polvere, dopo l’introduzione dei clarinetti.

Harding dirige alzando le braccia come a raggiungere le sue soliste e il coro, in un accordo unico di speranza. Anche le pagine bianche che si voltano in galleria sotto le dita delicate dei membri del coro diventano coreografia intensa, donando corposità e unendo la musica a una dimensione sensoriale involontaria.
Le due soliste spiccano come due stelle e si intrecciano, riportando il finale all’inizio del concerto, come un unico filo conduttore universale.
Due composizioni apparentemente diverse ma che hanno l’apertura verso lo spazio, l’ignoto come unione spirituale che le unisce. Una scoperta: l’eclettico, Scaccaglia che spazia dalla musica elettronica fino a Santa Cecilia, una promessa della composizione italiana nel mondo.
Un’apertura mentale che, grazie alla giusta formazione ed esperienza, gli permette di esprimere e trasmettere la musica innovando il panorama italiano a livello internazionale. La purezza della semplicità e la freschezza, che speriamo non si perda in futuro, ci porteranno in un altro viaggio lasciando oggi il pubblico con alcune domande. Il tempo cos’è?