Home Viaggi Giorgia la salita in montagna e lo zaino troppo pesante. Ventunesimo capitolo

Giorgia la salita in montagna e lo zaino troppo pesante. Ventunesimo capitolo

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Mangatetopo- Nuova Zelanda
Ve l’avevo detto che sarei tornata da voi, eccomi qui, sempre puntuale. Sempre sul Tongariro, il nostro viaggio continuava senza tregua!

Il mattino seguente ci alzammo carichissimi e prontissimi per la nuova avventura.

Non avevamo alcuna aspettativa, eravamo solo molto molto curiosi.

Partimmo da MANGATEPOPO con arrivo a OTURERE HUT, il tragitto prevedeva 12Km/ 5 ore di cammino circa.

Il percorso era attraversato dal ruscello di MANGATEPOPO, ambiente tipico alpino e passava sopra la lava del NGAUROHOE che eruttò nel 1949 e 1954. I colori del vulcano creano effetti spettacolari e guardarlo era una cosa bellissima.

Il panorama che però vi lascerà senza fiato lo ritroverete al vertice.

Passammo anche attraverso EMERALD LAKES, dove trovammo un paesaggio desertico con una vista di quattro laghi, uno più bello dell’ altro con i colori cristallini.

Io trovai il percorso abbastanza faticoso, una salita che non scorderò e che sicuramente dev’essere abbastanza pericolosa durante il periodo invernale, ma ne vale assolutamente la pena!

Nel pomeriggio arrivammo alla seconda baita che rispetto alla prima era un po’ più grande, ma non trovammo né gas né fornelli, evidentemente tolti una volta finita la stagione. 
La baita

Fortunatamente quella notte non dovemmo condividere il letto con nessuno, ma passammo comunque entrambi una notte infernale.

La sera precedente tutti si erano rintanati verso solo le 8.30pm e così, essendo tutto spento non potevamo fare altro che dormire anche noi.

Tutto sembrava andare bene e io mi ero riuscita ad addormentare senza troppi problemi, ma alle 3 del mattino ci svegliammo entrambi senza riuscire più a riaddormentarci.

Il tempo sembrava non passare e più mi muovevo e più di sentivo scomoda.

Avevo quasi voglia di alzarmi e di iniziare la camminata, se solo non fosse stato per il buio.

Alla fine, verso le 4 am riuscii a riaddormentarmi profondamente e dopo sole due ore suonò la sveglia di un ragazzo.

Lo avrei quasi ucciso, anche perché la sveglia continuava a suonare senza tregua.

A questo punto, ci venne l’idea di alzarci presto e di intraprendere le due ultime tappe in una giornata sola.

Quindi, attivi e senza paura iniziammo a preparare le nostre cose, mettere via i sacco a pelo e partire per l’avventura.

Non sapevamo cosa aspettarci, non avevamo mai fatto 23km di camminata in un giorno con due zaini di 30lt sulle spalle.

Ma non ci spaventò!

Il percorso si svolge tutto attorno al Monte Ngauruhoe,  attraversando diverse valli fino a WAIHOHONU, dove ci aspettava la seconda meta.

Monte Ngauruhoe

Lì però, come vi ho anticipato prima decidemmo solo di fare una breve pausa per mangiare qualcosa, bere e prepararci per il percorso finale.

C’erano panorami sempre spettacolari, scalinate che non mancavano mai e il fiato che si faceva sempre più pesante.

Dopo circa tre ore del nuovo cammino le mie spalle iniziavano a chiedere aiuto, ma sapevo anche che fermarmi significava poi sentire ancora di più il male.

Continuammo, dandoci forza a vicenda.

La giornata era spettacolare, soleggiata, senza vento e noi vestiti con giubbotto e pantaloni pesanti ci eravamo ritrovati in pantaloncini e maglietta, nonostante il clima autunnale.

Davvero non potevamo scegliere giornate migliori per fare questo tipo di camminata ed ero davvero molto felice e fiera di come ce la stavamo cavando insieme, nonostante la completa inesperienza!
Consiglio a chiunque di provarlo, però sempre con attenzione, chiedete inoltre sempre le condizioni meteorologiche e vi prego di non sottovalutare la montagna!

Per quanto può essere bella, non perdona!
Fate sapere a qualcuno dove siete ed i vostri progetti, in modo tale che se succede qualcosa non vi ritroverete soli perché qualcuno si sarà già attivato per soccorrervi!

Ad ogni modo continuo a raccontarvi del nostro cammino.

Dopo 15km di cammino decidemmo di prenderci una pausa per un panino con pollo e formaggio, vi assicuro che togliere quel mostro (lo zaino) dalle nostre spalle era quasi come avere la sensazione di volare. Non mi ero mai goduta un panino così tanto prima d’ora e il sole che scaldava la schiena rendeva tutto così perfetto. Purtroppo, però, il mostro, era ancora lì e nonostante il panino mangiato, era ancora pesantissimo.

Mi ricordo ancora il male che provai, sentivo bruciare ovunque e per la prima volta mi chiedevo se davvero c’è l’avrei potuta fare!

Mi chiedevo se sarei riuscita ad arrivare fino alla fine, quante emozioni, rabbia e gioia, felicità e demoralizzazione.

Come pensate sia andata a finire?

Siamo riusciti ad arrivare fino alla fine o abbiamo dovuto chiedere aiuto a qualcuno?

La prossima volta vi racconterò il proseguo di questa pazza esperienza.

Giorgia e il vulcano Tongariro