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“Il fantasma di San Michele” il nuovo noir di Alessandro Reali

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“Il fantasma di San Michele” è il nuovo noir di Alessandro Reali, di Fratelli Frilli Editori

Si tratta di una  nuova avvincente indagine per i due arguti e irriverenti investigatori, Sambuco e Dell’Oro, alle prese questa volta con un giallo intricato e dai risvolti inaspettati, che affonda le sue radici storiche addirittura nel medioevo.

Un grande salto temporale affrontato da Reali con grande maestria, senza perdere mai il filo della vicenda e tenendo viva la suspense fino all’epilogo che si rivela tanto crudo e violento quanto inaspettato.

Dal ritrovamento del cadavere di un anziano scultore, da parte di tre seminaristi, parte l’indagine dei due investigatori Dell’Oro e Sambuco. Ingaggiati dalla moglie della vittima per fare chiarezza sulla morte sospetta.

A fare da sfondo ancora una volta c’è l’oltre Po Pavese, che l’autore conosce molto bene essendo natìo di Pavia, ma anche la riviera Ligure un territorio nuovo esplorato da Reali che fa da contorno a un puzzle i cui tasselli saranno rimessi insieme dai due amici solo al termine del racconto.

Selmo Dell’Oro dovrà fare i conti con la violenza che si cela dietro a questo intricatissimo giallo, una crudeltà che viene affrontata in maniera molto irruenta e senza sotterfugi, di cui lui stesso sarà vittima,  affrontando un tema tanto attuale quanto aberrante, quello della prostituzione minorile e la tratta degli organi.

Il ritmo del racconto è molto serrato, cadenzato da un susseguirsi di vicende, intrighi e ricatti familiari mal celati da un’apparente tranquillità.

Non è possibile annoiarsi né perdere il filo del racconto per il lettore, fino all’epilogo finale. E solo allora, infatti,  verrà trovato il bandolo della matassa da parte dell’investigatore.

Intervista all’autore Alessandro Reali

L’autore Alessandro Reali è nato a Pavia nel 1966, ci regala molto gentilmente una breve intervista via mail di cui  riportiamo di seguito i passaggi fondamentali:

 In questo noir, ancora una volta i due protagonisti si trovano alle prese con un giallo da risolvere, ma questa volta la crudeltà del male è rappresentata senza troppi indugi e reticenze, cosa è cambiato rispetto ai suoi romanzi precedenti?

Come ha fatto giustamente notare, in questo ultimo romanzo, il “male” viene rappresentato in modo più esplicito, in qualche caso efferato. Forse per la prima volta ho insistito su questo aspetto. Dopo un’indagine abbastanza sommessa, nello stile di Sambuco, diciamo, volevo accelerare i ritmi nel finale e appunto condire di violenza. In questo caso non fine a se stessa, ma ben calibrata all’interno del racconto. Inoltre l’aspetto del “male”, in senso più ampio, aleggia in tutto il racconto, con la sua forza misteriosa, quasi surreale, non ben definita e razionale.

Come nascono i suoi racconti? Si snodano sulle caratteristiche dei suoi personaggi principali o è la vicenda che detta le fila della narrazione e i personaggi vengono man mano costruiti attorno ad essa?

I racconti nascono dal piacere e la “malattia” di raccontare storie e inventare personaggi. Due aspetti che in un certo senso mi perseguitano, dato che io, in pratica, sono anni che non prendo pause dalla scrittura. Quello che prediligo non sono tanto le trame, ovviamente importanti, in un noir, ma proprio i personaggi che, spesso, prendono spunto da gente reale. Anche gli ambienti, naturali e non, hanno per ,me grande importanza, tanto quanto lo snodo della vicenda. Il mio editore Marco Frilli, che purtroppo ci ha lasciati e a cui sarò sempre grato, mi diceva, sorridendo: Reali, tu vuoi fare narrativa, non libri gialli, ma a me non mi freghi. Lo sosteneva un po’ scherzando, ma un fondo di verità nelle sue parole credo ci fosse.

Sullo sfondo c’è Pavia, la sua città natale, ancora una volta si presenta come una protagonista silente ma preponderante nella storia…Cosa rappresentano per lei le sue origini e come influenzano i suoi racconti?

L’ambiente, come dicevo prima, è fondamentale in tutta la mia produzione letteraria, sia per quel che riguarda i “Sambuco &Dell’Oro” sia per il resto. Pavia è lo sfondo ideale, per me, perché la conosco bene e mantiene quei tratti di città di provincia, un po’ decadente, con un passato grandioso e monumenti strepitosi, un’università che accoglie tanti studenti d’ogni luogo … poi c’è il Ticino, le atmosfere, la nebbia … Lo stesso vale per la Lomellina o l’Oltrepò Pavese, dove spesso i personaggi si muovono. Credo, come dicevano Giareschi e Pasolini, che un paesaggio, una geografia, siano determinanti e decisivi anche per i caratteri e i comportamenti. Ogni tanto, ovviamente, mi piace anche spaziare in luoghi diversi, portare i miei personaggi in giro, ma sempre o quasi in siti che conosco personalmente.

Rispetto agli altri suoi scritti precedenti qui i due protagonisti sembrano più attivamente coinvolti nelle vicende narrate, soprattutto dell’Oro.
I personaggi Sambuco e Dell’Oro, sono vecchie conoscenze ormai, a chi è più affezionato, qual è più affine a lei e come sono nati?

In verità sono affezionato a tutti e due. In maniera diversa, perché loro sono profondamente diversi, e proprio così li ho pensati quando li ho inventati. Io dico di non assomigliare a nessuno dei due, però un mio carissimo amico d’infanzia sostiene che io sono una sintesi di quei due, con tutte le contraddizioni del caso: forse ha ragione, chissà …

Per Fratelli Frilli, l’autore, Alessandro Reali, aveva già pubblicato tra gli altri “Fitte Nebbie”, “La prima indagine di Sambuco & Dell’oro”, “La seconda indagine di Sambuco & Dell’Oro”, Risaia Crudele , “La nuova indagine di Sambuco & Dell’Oro”.

Carla D’Aronzo

“Tredici giorni a Natale” di rocco Ballacchino, Fratelli Frilli Editori

 

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