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Bambini invisibili

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I figli invisibili sono i bambini che non sono mai “visti” per quello che sono e che sentono, e appartengono a quella categoria di persone, adulti compresi, che vengono solo guardate

È un errore molto diffuso nelle famiglie, di tutte le classi, epoche ed etnie, quello di concentrarsi esclusivamente sulla “superficie”, che è esattamentequello che poi temiamo da parte degli altri…

Di recente una coppia mi ha portato a studio il figlioletto, per un problema di sovrappeso. La loro preoccupazione era che gli scherni da parte dei compagni di classe potessero minare la fiducia in sé del figlio, per cui hanno deciso di usare l’affettuosa determinazione aiutandolo a perdere peso, senza ottenere risultati.

Dunque hanno pensato che dietro alle sue continue richieste di cibo ci sia qualche “motivazione psicologica”. Questo è un’errore in cui è facile incappare, ma focalizzarsi sull’aspetto fisico (dieta) non farà altro che ricreare puntualmente la stessa situazione dalla quale hanno cercato di proteggerlo!

Senza volerlo questa coppia di genitori, con la loro apprensione, sta facendo in modo che il figlio si senta, anche a casa, soggetto alla derisione.
La gente si abbuffa o si riduce alla fame per diverse ragioni, spesso per problemi specifici ai quali non si può dare una risposta generalizzata. Sovente però, dietro queste condotte, la sofferenza che si cela dipende dal fatto che le persone non sono “viste”, e il dolore era presente molto tempo prima che si manifestassero i sintomi.
È importante tenere presente che quale che sia il comportamento “sbagliato” dei nostri figli, questo rappresenta solo una minima parte di quello che sono, un’altra fetta della loro personalità è sana e vitale ed è quella a cui bisogna fare riferimento e dialogare.
Spesso quello che accade è che questi bambini “invisibili” hanno perso lentamente il contatto con questa parte di sé.
Tutto è iniziato quando si sono resi conto che questa parte originale, e magari anche irrazionale e irragionevole, non era la benvenuta in famiglia, e alla fine sono trascesi in una condizione che non poteva essere ignorata.
Il lavoro con i bambini, che sia quello di insegnante o genitore, è delicato e complesso, perché spesso i bambini inviano dei segnali che vengono (male) interpretati come mezzo per attirare l’attenzione e che in alcuni casi viene effettivamente data.
In realtà ciò che chiedono è di essere “visti” per quello che realmente sono e sentono, desiderio che non sanno esprimere in altro modo.
Questi bambini finiscono per diventare “invisibili” come le parti autentiche che vengono respinte dal mondo degli adulti.
Ma come si diventa bambini invisibili?
Alcuni genitori credono che i bambini debbano imparare a comportarsi “come si deve” e non credono sia importante che imparino a essere se stessi.
Inviamo loro richieste di “ragionevolezza” e “buon senso” alle quali si allineano imparando ben presto a dissociarsi da quella parte di sé irragionevole e autentica, per corrispondere fisiologicamente ai propri genitori.
Questa trasformazione può verificarsi ancora più frequente nelle coppie altamente conflittuali, tali da far concludere ai bambini che per loro non c’è posto . A volte capita anche quando un figlio è molto diverso dai suoi fratelli e questa differenza viene percepita come un problema, o nelle situazione in cui c’è un fratello disabile, o ai figli di genitori super impegnati.
Ciò di cui dobbiamo essere consapevoli è che si diventa invisibili all’interno delle proprie famiglie. Come scrive il terapeuta scandinavo Jesper Jull, “se fin da piccoli sono stati sistemati in un ruolo particolare (“la principessina di papà”, “il piccolo genio”, “il cataclisma”, “il musone di famiglia” o “il buffone”).
C’è la possibilità per questo processo di un’inversione di marcia.
Occorre aiutare i nostri piccoli a recuperare la parte sana affinché si alimenti anche la loro autostima; se invece cerchiamo di combattere la parte non sana con la forza o la critica, la parte malata verrà respinta senza che la parte sana sia incoraggiata a riemergere. Il vero sé del bambino ha vissuto così a lungo
nascosto, che ora è vulnerabile ed esposto, solo il tempo lo aiuterà a recuperare il coraggio di esprimere sentimenti e pensieri più intimi. In parallelo i genitori devono essere pronti a cancellare le loro vecchie concezioni e incontrare i figli nel modo più aperto e flessibile possibile, in un’ottica di pari dignità.
Ricordiamoci sempre che il nostro senso di autostima viene nutrito da due esperienze fondamentali: quando una persona per noi importante ci vede e ci identifica per quello che siamo, e quando sentiamo di essere riconosciuti e apprezzati dagli altri per quello che siamo.
Dott.ssa Elena Albieri psicologa e psicoterapeuta.
Riceve su appuntamento a Fregene e a Roma (tel. 320 9330549)

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