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Pasolini e Bach: dodici capolavori suonati e spiegati da Mario Brunello all’Auditorium Parco della Musica

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Mario Brunello©Giulio Favotto
Mercoledì 16 novembre 2022 Mario Brunello ha onorato il terzo concerto del ciclo dedicato a Johann Sebastian Bach con il suo violino basso suonando la seconda e la quarta suite (BWV 1008, BWV1010), composte tra i 1717 e il 1723, quando Bach era kapellmeister del principe Leopold di Anhalt
Mario Brunello©Giulio Favotto

Il concerto della sera è stato anticipato, nella stessa giornata, dalla presentazione, al MUSA il Museo degli Strumenti Musicali dell’Auditorium Parco della Musica, del libro “Frammenti di canti d’amore. Pier Paolo Pasolini e la musica di Bach” alla presenza del Presidente Michele dall’Ongaro e gli autori Sandro Cappelletto e Mario Brunello. Il libro ha in copertina un’opera di Antonella Zazzera, delicatissimo, può essere maneggiato unicamente indossando dei guanti bianchi ed è in vendita su ordinazione.

La storia tra Bach e Pasolini cominciò molto presto, con un’inedito Pier Paolo musicista, una storia d’amore e d’infanzia.

Pasolini era violinista. Cominciò a studiare la musica da bambino ma la sua passione prese valore quando durante la Seconda Guerra Mondiale venne sfollato e il suo reggimento si disperse. Pasolini raggiunse Casarsa della Delizia dove era nata la madre, lì tra gli sfollati c’era anche una violinista professionista Pina Kalz di nazionalità slovena di otto anni più grande di lui.

Pina organizzava corsi di strumento. Pasolini ne rimase affascinato al punto che ricordava spesso delle centinaia di serate passate insieme a lei a leggere e suonare Bach.

Il rapporto purtroppo si interruppe con la fine della guerra quando lei tornò in quella che allora era la Jugoslavia ma il loro rapporto epistolare non si interruppe mai.

In una di queste lettere indirizzate alla violinista Pier Paolo scrive “Lei ha costruito, con Bach, un edificio saldissimo nella mia vita”.

L’amore di Pasolini per Bach era ormai indissolubile. Negli anni seguenti l’autore scriverà anche un saggio “Studio sullo stile di Bach” in cui dirà che l’unico rischio nella sua arte è la lirica e il prevalere della metrica sulla passione. Passione che invece è insita in Pier Paolo fin da ragazzo.

Mario Brunello©Giulio Favotto
Questo incontro tra Bach e Pasolini è stato ripreso nel concerto romano di Mario Brunello attraverso il suono del violino basso.

Anche lui fu folgorato dalla passione la prima volta che lesse il saggio di Pasolini, al punto che lo portò subito in palcoscenico con la voce di Vinicio Caposela soffermandosi nel dialogo continuo tra carne e cielo.

Il violino basso è lo strumento che meglio rappresenta questo connubio. Descritto dal punto di vista figurato da Brunello come un uomo dal corpo grosso ma con una vocina sottile molto penetrante. John Eliot Gardiner invece definì il violino basso “Il braccio di Dio” sottolineando che quando Bach doveva far parlare la voce divina lo faceva attraverso questo strumento.

L’argomento della serata del 16 novembre all’Auditorium Parco della Musica è stato “la fede” quella intima che si trova nell’armonia, in particolare nella seconda e quarta suite. Per Bach che scriveva musica per la gloria di Dio, l’obiettivo doveva essere un godimento per la mente e lo spirito. Una serata unica e preziosa, un regalo irripetibile, unito al piacere di poter apprezzare uno strumento così particolare suonato da Mario Brunello.