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“28 anni dopo” al cinema il nuovo film del visionario Danny Boyle

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"28 anni dopo" di Danny Boyle al cinema dal 18 giugno
Sono trascorsi ventotto anni dal giorno in cui, in un laboratorio di Cambridge, vennero liberati degli animali infettati da una variante modificata del virus della rabbia, estremamente contagiosa e letale. Da quel momento, l’epidemia divenne inarrestabile: era il 2002, e il film “28 giorni dopo” introduceva al pubblico un giovane Cillian Murphy (produttore di quest’ultimo film) protagonista di un incubo post-apocalittico destinato a lasciare il segno. Oggi, il regista premio Oscar® Danny Boyle torna a raccontare quell’universo narrativo trasformando ancora una volta l’horror in un’esperienza visiva intensa e originale. “28 anni dopo”, presentato da Columbia Pictures, è prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures, arriva nelle sale italiane a partire da oggi, 18 giugno

I sopravvissuti all’epidemia sono confinati su un’isola nel Regno Unito collegata alla terraferma da un lungo cordolo soggetto all’alta marea, un’ulteriore protezione del fortino imponente e sorvegliato giorno e notte, dove la vita ha ripreso la sua “normalità”. Chi esce è affidato solo alle sue risorse e nessuno andrà mai a cercarlo. Un bambino con il padre decidono di uscire dal luogo protetto incamminandosi verso quel percorso necessario per l’adultità. Dall’altra parte dell’isola personaggi anch’essi sopravvissuti ma trasformati dal virus saranno le prove che il bambino-ragazzo dovrà superare.

Il regista Danny Boyle, insieme allo sceneggiatore candidato all’Oscar® Alex Garland, lascia l’impronta tipica della sua arte, un filo conduttore unisce e ricorda agli umani “che bisogna morire” presenza costante non solo nei mostri ma anche nel percorso difficile di crescita. La madre malata è un continuo ricordare al bambino la finitezza della vita. Si cresce attraverso il dolore, combattendo, ma con speranza, arte e amore.

Interessante l’effetto voluto dell’utilizzo di immagini d’archivio, contaminazioni tra passato, presente e futuro in cui similitudini di intrecciano per poi mostrare sempre la stessa cosa, la vita di ciascun essere umano di cui rimane, dopo la morte, solo un pulitissimo teschio bianco, due fori per gli occhi e la tondità delle forme piacevoli al tatto.

Il film è vietano ai minori di 14 anni sia per le immagini, il regista ha utilizzato un formato ancora più immersivo, con un effetto panoramico, che amplifica la tensione, l’inquietudine:  il widescreen 2.76:1, sia per i contenuti forti dal punto di vista emotivo, a tratti crudi sulla fine di tutti gli esseri umani traghettati in “28 anni dopo” dall’unico medico e, figura sacerdotale, sull’isola Ian Kelson interpretato da Ralph Fiennes.

«Il virus della rabbia devastò il Regno Unito.
Fu respinto dal continente europeo.
La terraferma britannica venne messa in quarantena per contenere il virus.
I sopravvissuti furono lasciati a cavarsela da soli.»