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Una ragazza, l’Australia e l’esperienza in Farm

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Dov’eravamo rimasti? Lo strano uomo mi continuava a fissare dalla bicicletta con la sua faccetta nascosta sotto il suo elmetto

Io, giustamente, iniziai a domandarmi che diamine avesse da fissarmi, e nella mia testa iniziavano a frullarmi pensieri non molto carini nei suoi confronti.

Pensavo a cosa potesse mai volere e avevo iniziato ad innervosirmi parecchio.

Non sapevo cosa dire né come reagire, ma per fortuna mi trovavo in città, quindi erano molte le persone che andavano e venivano. In un certo senso mi sentivo più protetta.

Ad un certo punto si fermò, proprio davanti a me e mi fece una semplice ed inaspettatissima domanda, che ancora oggi ricordo come se fosse ieri.

“Ehi, ciao bella, ma cosa ci fai tutta sola, come stai, tutto bene?”

A quel punto, vi sembrerà pazzesco, e a ripensarci mi sembra così assurdo.

Ma, alla sua domanda, la mia reazione è stata quasi pazzesca.

Non so per quale assurda ragione ma mi sono sentita di essere totalmente onesta e sincera nei suoi confronti, nonostante fosse per me uno sconosciuto.

Quindi, nella maniera più fragile e inoffensiva possibile gli dissi che non stavo per niente bene e che nonostante fossi stata in molti dei ristoranti a Mildura a consegnare il mio resumè, non avevo ancora ricevuto nessun tipo di riscontro da nessuno.

Alle mie parole, lui si propose di aiutarmi e mi disse di seguirlo.

Voi cosa avreste fatto?

E secondo voi, cosa ho fatto io?

Ovviamente, lo seguii.

Incredibile, vero? Eppure, a posteriori, ringrazierò sempre per l’incontro fatto, e per essermi imprudentemente “FIDATA”, nonostante non sapessi nulla di quella persona, stranissima e fuori dal comune.

Ad oggi, LARRY, il nome di quest’ uomo molto particolare, lo reputo del tutto unico nel suo genere, lo adoro e gli porto totale rispetto per quello che fa e specialmente per come lo fa.

Ne ho passate moltissime insieme a lui e lo porterò sempre nel mio cuore, ovunque andrò.

Molto disorganizzato in alcune cose, sempre pieno di mille idee che gli frullano per la testa, progetti che inizia ma che non riesce mai a portare a termine per via del tempo che sembra sempre sfuggirgli dalle mani.

Sempre disponibile per chiunque abbia bisogno di aiuto senza mai chiedere nulla in cambio.  No matter what !

Le persone nice, le persone di cuore esistono davvero e lui ne è la dimostrazione.

Come sapete, non è facile trovare persone così aperte, qualcuno che sia disposto ad allungarti la mano anche se ne avrebbe più bisogno lui.

Mi portò in un ostello da lui gestito.

Tra parentesi, Larry qui è definito un contractor, ovvero colui che possiede ostelli o case con stanze che affitta ai ragazzi che vengono qui per fare i giorni di farm, con la speranza di ottenere l’approvazione dal governo per il two Working Holiday Visa (ovvero di ottenere la possibilità di trascorrere un altro anno in Australia).

In cambio dell’affitto pagato, il contractor si preoccupa di trovare i lavori di farm per i ragazzi.

Poi ovviamente, come ogni cosa, potreste trovare ostelli o case in buono stato a prezzi ragionevoli.

Mea, in altri casi vi potreste trovare in condizioni pessime, disorganizzazione ed igiene e pulizia a livelli minimi minimi.

Per questo motivo, consiglio sempre di accettarvi le condizioni ed i prezzi prima di tutto.

Tornando comunque al discorso principale, Larry mi fece conoscere altri ragazzi italiani, che come me, erano venuti qui in Australia per provare un’esperienza differente.

Mi avevano iniziato a raccontare del lavoro di farm e delle varie esperienze da loro vissute.

Non tutti erano contenti, c’era chi aveva subito ingiustizie, chi non era stato pagato, a chi non piaceva il lavoro in fattoria ma che si trovava costretto ad affrontare volendo trascorrere in questa nazione un altro anno.

C’era anche chi  si lamentava nonostante non ci provasse nemmeno davvero.

Molti pensieri mi iniziarono a frullare per la testa.

Preoccupazioni ma anche tante curiosità rispetto a quest’esperienza.

Riguardando indietro, quando ormai ho terminato i miei giorni di fattoria, posso dire che, sì, la farm è un lavoro duro e pesante.

Sole o pioggia, freddo o caldo, la tua condizione non cambia e “tu ai campi a raccogliere ci devi andare, se mangiare a tavola vuoi portare e soprattutto se per un altro anno vuoi restare”.

Ma per come l’ho vissuta io, è stata un’esperienza che mi porterò dentro per la vita e se tornassi indietro la rifarei senza alcuna esitazione.

D’altronde sapevo, che i giorni di farm mi sarebbero comunque serviti nel caso in cui avessi deciso, una volta terminato il primo anno di visto, di applicare il secondo anno di Working Holiday Visa.

Quindi, un po’ perché ero senza lavoro, un po’ perché era un’esperienza che non avevo mai affrontato prima, ma soprattutto perché volevo mostrare a me stessa e agli altri che chiunque può METTERSI IN GIOCO e riuscire in qualunque cosa se solo lo si vuole davvero.

Se solo si prova a trovare dentro ognuno di noi, un po’ di determinazione, voglia di farcela e soprattutto un po’ di spirito di Avventura.

Beh ho colto questa occasione.

Giorgia in sembianze da contadina!

Ho tanto altro da raccontare, ma dovrete aspettare fino alla prossima settimana.

Spero continuerete a seguirmi. 😊

Giorgia Marcon

Mildura e un incontro inquietante.

 

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