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Record di vendite al Sistina per il ritorno del Rugantino Enrico Montesano

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Enrico Montesano
La ricchissima stagione teatrale del Sistina continua a stupire il pubblico con un pezzo di storia del teatro romano: per tutte le feste di Natale e fino al 27 gennaio è in scena l’amatissimo “Rugantino” di Garinei e Giovannini, scritto con P. Festa Campanile e M. Franciosa.

“Me n’hanno date tante, ma quante je n’ho dette!”

Questo è Rugantino, un simpatico mascalzone, con poco coraggio, poca voglia de lavorà (“voja de lavorà sartame addosso e famme lavorà meno che posso”), che fa il bullo, fa scherzi e truffe per tirare avanti e che parla troppo, ma che in realtà ha il core bono e il più delle volte le prende.
La sua spavalderia lo porta a scommettere di conquistare Rosetta, la donna che fa girare la testa a tutta Roma, sposata infelicemente con il gelosissimo marito Gnecco. Di lei finisce per innamorarsi, tanto da autoaccusarsi dell’omicidio del marito al fine di riscattarsi ed apparire finalmente come un vero uomo. Affronta così il patibolo, amato da tutti e soprattutto da Rosetta, giustiziato dal boia Mastro Titta che chiude la scena gridando “Rugantì, una botta e via”.

Centratissima la scelta del direttore artistico del Teatro Sistina, Massimo Romeo Piparo, di riproporre, per questa ottava edizione, lo storico allestimento del 1978.

Bellissimi i costumi e l’ingegnosa scenografia originale di Coltellacci (smontata e rimontata dietro le quinte in mille modi, grazie al lavoro di tanti professionisti) che, in un attimo, portano gli spettatori nella Roma papalina del 1800. Ma non si può parlare di Rugantino senza citare le indimenticabili musiche del Maestro Armando Trovajoli – come Ciumachella de Trastevere, una vera poesia, Roma nun fa la stupida stasera, considerata la canzone di Roma per antonomasia, É bello ave’ ‘na donna dentro casa, romantica e commovente – che continuano a far emozionare generazioni intere. D’altronde, quale romano passeggiando per la capitale non ha mai intonato queste canzoni?

Un ritorno al passato e alla tradizione suggellato dal talentuoso Enrico Montesano che, dopo quarant’anni dal primo debutto come Rugantino – nella stagione del 1978 insieme al Mastro Titta Aldo Fabrizi e alla Rosetta Alida Chelli – torna ad interpretare la maschera romana, con quell’immutata energia e quel carisma che hanno conquistato il cuore del pubblico in tutti questi anni di carriera.

Un Rugantino sicuramente più maturo, ma che (nonostante i suoi 73 anni!) non fa perdere freschezza e giovinezza al personaggio.

Al suo fianco, la bravissima Serena Autieri nel ruolo di Rosetta. Nonostante le sue origini napoletane, l’Autieri si immedesima completamente nella bellissima donna de Roma, incantando tutti con la sua splendida voce e la sua recitazione. Intenso il dialogo con Rugantino attraverso le sbarre della prigione la notte prima della ghigliottina (“mo’ la gente pe’ strada se deve voltà solo pe’ di’: guardala, quella era la donna di Rugantino”).

Serena Autieri

Grandi professionisti interpretano magistralmente i caratteristici ed amati personaggi di Mastro Titta (Antonello Fassari, al debutto nel cast di una commedia musicale) e Eusebia (Edy Angelillo). Tanti altri i ballerini e gli attori professionisti che compongono un fortissimo cast.

Questi gli ingredienti di uno spettacolo che fa divertire e commuovere e che tiene il pubblico con gli occhi incessantemente incollati sul palcoscenico, tanto da registrare un record di biglietti venduti.

Ad omaggiare questo cast, alla prima del 27 dicembre, erano presenti anche tantissime star, tra cui Renzo Arbore, Max Tortora, Simona Marchini, Gaetano Castelli, Marino Bartoletti, Samuela Sandro, Stefano Masciarelli, Giampiero Ingrassia, Jonis Bascir.

Lo spettacolo si conclude con un ultimo regalo di Enrico Montesano che, mimando la meravigliosa “Roma nun fa la stupida stasera”, fa cantare tutto il pubblico.

“Roma, ce semo, aiutame tu. Io nun te dico niente Roma, ma stasera c’ho bisogno de te e quanno tu te ce metti ste cose le combini bene”.

E Roma ci si è impegnata proprio bene. Se siete romani o vi trovate nella capitale non potete perdere questo appuntamento, una commedia che abbraccia tre secoli, ambientata nel 1800, scritta nel 1962 e che nel 2018 ancora fa divertire ed emozionare come il primo giorno.

Photo: Antonio Agostini

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