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Allenamento e Sindrome Metabolica

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In questo articolo parlerò della mia tesi per il diploma di ‘’Top Trainer FIF’’, massima qualifica federale, del settore Fitness e Bodybuilding

Partendo dalla genesi dell’elaborato, che mi ha coinvolto per più di due anni di lavoro, cercherò di descrivere in sintesi le sue parti più importanti riportando dati tecnici e informazioni, in modo da raccontare la mia esperienza e dare nuovi spunti e idee di allenamento ai lettori.

La tesi, in particolare, riguarda la Sindrome Metabolica. Essa si divide due parti: la prima compilativa, dove descrivo la Sindrome e le patologie che la contraddistinguono e la seconda sperimentale, con analisi e considerazioni relative allo studio che confronta diversi metodi di allenamento somministrati ad altrettanti gruppi di lavoro costituiti da soggetti patologici.

La genesi dell’elaborato

Quando mi è stato assegnato di ufficio il titolo della tesi in primis mi sono concentrato sullo studio della Sindrome Metabolica. Mi sono documentato con ricerche, articoli, testi, tesi pregresse ed eventuali sperimentazioni. Successivamente ho elaborato la struttura di base dell’elaborato che nasce a partire dalla definizione della patologia in ambito medico. Essa viene descritta come una situazione clinica ad alto rischio cardiovascolare correlata ad una serie di fattori di rischio e sintomi che si manifestano contemporaneamente nell’individuo.

Seconda parte: proposte pratiche e studio sperimentale

Nella seconda parte della tesi mi sono concentrato sulle proposte di allenamento per poi proporle sui gruppi sperimentali. Seguendo quindi i principi delle linee guida precedentemente indicate ho inizialmente proposto tre diversi programmi:

Un allenamento di tipo aerobico, mediante l’utilizzo delle macchine cardio (bike, treadmill, ellittica, armoergometro) con esercizio a frequenza cardiaca costante (65% Fc max Cooper)

Un allenamento di tipo misto. Dove si alternano esercizi con sovraccarichi ad altissima intensità e recuperi attivi con macchine cardio a frequenza cardiaca costante con l’obiettivo di dare i benefici di entrambi gli allenamenti proposti.

Allenamento di tipo anaerobico, con esercizi in sala pesi e sovraccarichi con l’obiettivo di dimagrire mediante l’EPOC, ovvero il consumo di ossigeno nel post esercizio

In una fase successiva però, dopo aver parlato con un’allieva di una mia classe di posturale dinamico che era solita monitorare i suoi battiti con il cardiofrequenzimetro, dopo aver realizzato che la ragazza aveva raggiunto frequenze cardiache costanti, del tutto paragonabili ad un’attività aerobica e dopo svariate prove con altri allievi delle mie classi di yogaflex, flexability, pilates e appunto posturale dinamico, sono giunto alla conclusione che sequenze olistiche intense e reiterate, con un’adeguata progressione, raggiungono e mantengono in media frequenze cardiache intorno al 65% della Fc max (Cooper), le stesse percentuali dell’allenamento aerobico precedentemente proposto.

Questa scoperta mi ha portato a proporre un quarto tipo di programma, denominato olistico-misto:

Un allenamento nel quale in una prima fase si propongono sequenze olistiche abbinate a fasi cardio. In un secondo momento si propone un’alternanza di esercizi con sovraccarichi, sequenze cardio a frequenza cardiaca costante alternate a sequenze olistiche. In altre parole si segue la struttura dell’allenamento misto precedentemente proposto, ma sostituendo progressivamente le sequenze aerobiche con le sequenze di yogaflex, posturale dinamico, ecc. rispettando comunque la stessa frequenza cardiaca.

Una volta descritte le proposte pratiche sono passato alla fase sperimentale, durata circa un anno. Qui confronto le quattro diverse tipologie di allenamento dimostrando la loro efficacia e cercando la migliore strategia allenante riferita ai soggetti affetti da Sindrome Metabolica.

Christian Farsetti

La sindrome metabolica ed esercizi di tipo olistico

 

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