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“Re Ruggero” l’opera di Karol Szymanowski ha inaugurato la Stagione di Santa Cecilia

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L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia ha inaugurato la stagione con “Re Ruggero” di Karol Szymanowski diretta da Antonio Pappano il 5, 7 e 9 ottobre 2017

La regia è stata affidata a Masbedo (Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni) due video artisti, mentre la drammaturgia a Mariano Furlani nella splendida cornice dell’ Auditorium Parco della Musica.

Il desiderio, sia nella parte musicale che in quella visiva è il fulcro dominante di tutta l’opera. Il pastore porta il desiderio. Nell’opera del 1920 -1924, c’è la ricerca del corpo. Szymanowski è sempre stato affascinato dalla psicanalisi, l’inconscio diventa corpo e nonostante l’autore sia stato affascinato da “Le baccanti di Euripide” dopo tre anni decide di cambiare il terzo atto. L’opera è suddivisa in tre atti, concepiti tutti in maniera diversa, con delle melodie bellissime mentre il testo è in polacco con sottotitoli.

Il compositore polacco ha ambientato l’opera dopo l’anno Mille in Sicilia durante il regno del Re normanno Ruggero II d’Altavilla.

Il I Atto inizia maestoso con il Coro di Santa Cecilia diretto dal maestro Ciro Visco “Haghios! Haghios! Su un trono aureo sopra le nubi” .

Entrano Re Ruggero e la consorte Roxana mentre le immagini di mare e oceani sono proiettate sullo schermo. Il coro: “Benedici il nostro Re e la sua consorte”. L’effetto è imponente. Entra Il pastore accusato di eresia e condannato a morte. Roxana incantata fa il possibile per convincere Re Ruggero a salvarlo. I timori e i turbamenti del re si fanno sempre più corposi e densi accentuati dalle immagini forti proiettate da Masbedo, create come una musica in diretta.

“Karol Szymanowski cresciuto in una famiglia coltissima passò dalla musica austro-germanica ad una più mediterranea dopo il suo viaggio in Sicilia. Qui il profumo si percepisce, Re Ruggero ha tutto, potere, ricchezza, stabilità e il rispetto del suo popolo. Ma con Roxana qualcosa non va. Quando appare Il pastore che predica un approccio alternativo alla tradizione, parla della libertà individuale, il mondo di Re Ruggero crolla, si rende conto che quello che ha è decadente. La prima parte dell’opera è radiosa lirica e inquieta. La seconda struggente per la forza drammatica e il terzo atto è una desolazione. Si rende conto della verità della vita. Il re perde tutto ma scopre se stesso” dichiara Pappano.

In co-produzione con Romaeuropa Festival

In collaborazione con Adam Mickiewicz Institute Polska Music e con il Patrocinio dell’Ambasciata di Polonia a Roma

Roma, Auditorium Parco della Musica 01 10 2017
Szymanowski Re Ruggero (in prova) Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Antonio Pappano direttore
MASBEDO regia in presa diretta e proiezioni video
Mariano Furlani drammaturgia visiva
©Musacchio & Ianniello

 

Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
Antonio Pappano direttore
Masbedo regia in presa diretta e proiezioni video

Mariano Furlani drammaturgia visiva  

Lukasz Golinski baritono (Re Ruggero II di Sicilia)
Lauren Fagan soprano (Roxana, regina di Sicilia e moglie di Ruggero)
Edgaras Montvidas tenore (Il pastore)
Marco Spotti basso (Arcivescovo)
Helena Rasker mezzosoprano (Badessa)
Kurt Azesberger tenore (Edrisi, Consigliere di Ruggero)
Ciro Visco maestro del coro