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La regia di Luciano Melchionna di “Parenti Serpenti” al Teatro Eliseo fa riflettere con un misto tra comicità e tragedia

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La trama della pièce è nota, dal famosissimo film “Parenti serpenti” del 1992 di Mario Monicelli: una famiglia composta dai i quattro figli e i relativi coniugi, si ritrova per festeggiare il Natale a casa dei genitori
Apparentemente contenti e gioviali i protagonisti mostreranno i loro lati più biechi ed egoisti davanti alla prospettiva di dover accogliere a casa la coppia di anziani con il desiderio di non rimanere più soli ma anzi di essere accuditi. L’epilogo inaspettato e tragico e appunto da “serpenti” si rivelerà nel finale lasciando scioccato il pubblico presente.
Nel ruolo del padre, il capofamiglia, Lello Arena, che interpreta perfettamente il personaggio, facendo ridere il pubblico, mai volgare o sopra le righe, ha questo tono malinconico che contrasta con le parole. Perfetto. Affiancato dalla moglie Trieste (Giorgia Trasselli) sua complice sulla scena, con movenze da madre anziana, premurosa e attenta. I due creano il perfetto contrasto con la crudeltà finale dove piangeranno entrambi veri e sinceri.
Lello Arena
Luciano Melchionna che ci ha viziati per anni a un sapore intenso e sensuale con Dignità Autonome di Prostituzione e, che qui speravamo di ritrovare, pur in una pièce molto più classica, si è realizzata.
Anche qui, i personaggi sono un po’ trasgressivi ma estremamente umani, con tutti i difetti e la passione che permea attraverso ogni frase detta e non. L’impronta e lo stile di Luciano ci sono.
La scenografia è un movimento in scena, al pubblico sembra di cambiare stanza ma siamo sempre lì. Sembra che il tempo passi davanti a noi fermi nell’immobilità di un unico fotogramma: la famiglia felice a Natale.

Negli spettacoli di Luciano c’è sempre movimento. La scenografia e i personaggi penetrano negli spettatori, si riconosce la sua firma, l’intensità è profonda, non si può che amare o non capire. La fisicità esce dal palco, gli attori hanno sempre un contatto con il pubblico fisico e mentale. Lui è nel pubblico non gli basta presentare una pièce, vuole la loro anima coinvolta per due ore totalmente nello spettacolo.

Il secondo tempo è il più crudo ma il più appassionato, crudele e cinico lascia tuttavia trarre un sospiro di sollievo, ci troviamo nel finale stranamente alleggeriti.

Il primo atto è studiato benissimo nel dare la sensazione di pesantezza della famiglia. Nel secondo lo svelare di relazioni e vite nascoste da un senso di libertà. Non di scandalo, lo scandalo con Luciano non esiste, tutto è permesso tutto è vita e tutto fa parte di essa. Si esce felici e, appunto, liberati.

Parenti serpenti- Teatro Eliseo

“Parenti serpenti” di Carmine Amoroso al Teatro Eliseo fino al 18 marzo 2018 con Giorgia Trasselli e con (in ordine alfabetico), Raffaele Ausiello, Marika De Chiara, Andrea de Goyzueta, Carla Ferraro, Serena Pisa, Fabrizio Vona.

Photo: Nicolò Beardo

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