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Si è inaugurata ieri “Mangasia Wonderland of Asian Comics” al palazzo delle Esposizioni

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Mangasia è la prima mostra dedicata al fumetto narrativo dell’Asia orientale, sud e meridionale.

Curata da Paul Gravett si suddivide in sei percorsi tematici per un totale di 281 tavole originali e 200 volumi di fumetti.

Il “lianhuanhua” cinese, il “manhwa” coreano, il “cergam” indonesiano e il “komiks” filippino. Tra di essi c’è naturalmente il tanto apprezzato fumetto “manga” giapponese, che sempre più sta prendendo spazio nella nostra cultura occidentale. Il fumetto manga, del dopoguerra ed era suddiviso in manga per ragazzi “shōnen” e per le ragazze “shōjo”, caratterizzati da storie dove il lavoro duro e il superamento degli ostacoli veniva premiato, fin da piccoli i giovani giapponesi venivano indirizzati a questo pensiero.

Mangasia- Palazzo delle Esposizioni

Le immagini tipiche “occidentalizzate” dei personaggi, occhi grandi, scintillanti, talvolta lunghi capelli biondi e tratti intensi ne accentuano la specificità del fumetto. Di origine cinese si sviluppa nel 1814 con Hokusai per i suoi disegni con il “pennello impazzito”.

Mangasia- Palazzo delle Esposizioni
Mangasia- Palazzo delle Esposizioni

La vita di Budda è un altro elemento caratterizzante questo genere di fumetto, attraverso la sua rappresentazione, viene ricercata l’illuminazione del principe indiano Siddhartha.

Scorcio di Kaavad tradizionale- India
Scorcio di Kaavad tradizionale- India

Il percorso della mostra si sviluppa anche le diverse culture asiatiche, affrontando anche il mestiere di fumettista attraverso le varie fasi di produzione della striscia dal layout agli schizzi fino al prodotto finale.

Tra i soggetti esposti anche i manga pornografici, spesso censurati, censura aggirata spesso oscurando i genitali, ingrandendo in modo esagerato i pixel oppure utilizzando sagome o il bianchetto.

Dalla carta stampata si arriva con la tecnologia allo schermo, sia con i cartoni animati che con i videogiochi, i cui personaggi i famosi “Cosplay” diventano un vero e proprio fenomeno seguito da comunità di fan.
Mikio Sakabe, Giappone
Mikio Sakabe, Giappone

Al termine della mostra un momento tecnologico: il Mechasobi.  Qui sarà possibile interagire con un robot proiettato su un enorme schermo utilizzando la tecnologia del body tracking. Il personaggio realizzato da Shōji Kawamori eseguirà esattamente i nostri movimenti, divertendo i più grandi e i più piccoli.

La mostra promossa da Roma Capitale, dall’Azienda Speciale Palaexpo  e curata dal Barbican Centre di Londra in collaborazione con The Next exhibition rimarrà esposta al Palazzo delle Esposizioni fino al 21 gennaio 2018.

Arte: Il MAXXi con Bruna Esposito

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