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Ritorno agli anni ’80 con Lost Girls, il nuovo album di Bat For Lashes

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"Lost girls" Bat for Lashes
Venerdì 6 settembre, edito dalla label AWAL Recording, è uscito  Lost Girls, il nuovo lavoro in studio di Bat For Lashes, all’anagrafe Natasha Khan

Il quinto album della londinese rappresenta, a parere di chi scrive, il migliore della sua carriera, non tanto per la fisiologica maturità acquisita negli anni, quanto per l’audacia della Khan la quale ha portato in scena romantiche sonorità eighties “losangeline”.

Natashs ci catapulta nel passato, nell’epoca a tinte rose della Los Angeles glamour degli anni ’80. Proprio a quella Los Angeles che la Khan dedica questa “lettera d’amore”, cantando e suonando con adorazione tutto ciò che ha rappresentato per lei l’universo cinematografico e musicale degli anni ’80.

Il classico synth-pop dell’epoca si nota fin da subito con l’opener Kids in the Dark. Un brano in realtà scritto per Castle Rock (serie TV di Stephen King) e caratterizzato da una potente linea di basso.

Si avverte plasticamente la punta nostalgica che diverrà il filo conduttore dei successivi nove episodi dell’album.

Di quanto sia innamorata la Khan dei mitici anni ’80 lo si evince anche dalla playlist che l’artista ha pubblicato su Spotify “Bat For Lashes: Lost Girls Mix”. Scorrendo la stessa si rimane avvolti dal malinconico ricordo di quegli anni, con l’orchestra di John Williams in E.T. oppure con la grandissima Cindy Lauper alle prese con i Goonies.

Insomma, il DNA dell’album è un tributo a tutti quegli artisti e a quelle sonorità che sono entrate nella vita di Natasha.

I Cure del capolavoro Disintegration sono tutti nel brano gotico strumentale Vampires, avvolto da un conturbante sassofono.

I Cure si odono anche nel finale di una bellissima The Hunger, secondo brano in scaletta, caratterizzata da tipiche melodie struggenti che evocano Kate Bush.

Con l’incalzare dei brani è praticamente impossibile non confrontare il disco con la spettacolare colonna sonora di Drive, film del 2011 diretto da Nicolas Winding Refn, basato sull’omonimo romanzo di James Sallis e con Ryan Gosling, concittadino della Khan, come protagonista. Brani come Jasmine – che ricorda i Depeche Mode di Speak and Spell – o Desert Man ben potrebbero sostituire A Real Hero dei Collage o Nightcall di Kavinsky, contenuti nella citata soundtrack.

Peraltro, l’ambizione di lavorare nel mondo del cinema è sempre stata nei pensieri della Khan.

Di sicuro però l’imprinting lo deve aver avuto dopo essersi trasferita a Los Angeles nel 2016, una volta conclusa l’esperienza con la label Parlophone.

C’è spazio anche per un pezzo dancehall, Feel For You, che sembra uscito fuori dal mixer di Giorgio Moroder e con le stesse due frasi cantate intorno ai quasi quattro minuti del brano: “I love ya/I feel for you/Ah ah ah ah oh/I love ya, I feel for you/Ah ah ah ah”. Anche la successiva So Good potrebbe far parte di una serata ad un nightclub e ricorda il duo dei Roxette nella loro costola pop.

A chiudere il lavoro un trittico d’eccezione. Safe Tonight, con il tipico mood Depeche Mode, la bellissima Peach Sky di Sade memoria che rappresenta, a parere mio, il manifesto eighties dell’album e la romantica Mountains che sancisce, purtroppo, la fine delle “danze” con un refrain quando mai azzeccato: “’Cause we both know, it’s not an easy ride/When it goes up in smoke, I just want to hide/Can we make it right like it was at the start?/Sing to me in the dark, sing to me in the dark/Sing to me in the dark, sing to me in the dark”.

Con questo primo album come artista indipendente, Bat For Lashes ha messo in scena un sound avvolgente e suggestivo. Un concentrato di romanticismo “cupo” e avvincente nel quale non sfigura nemmeno un brano e che certamente fa venir voglia di “ripescare” qualche film fantasy di quei meravigliosi anni ’80.

Un disco meraviglioso.

Norman Fucking Rockwell! Il malinconico ritorno di Lana Del Rey.