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L’Abruzzo tra il passato e il presente

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Foto: @Enrica Mosca

L’Abruzzo, negli ultimi anni è stato letteralmente massacrato dalle continue scosse di terremoto. Le persone sono le stesse, forse un po invecchiate, ma i luoghi, quelli storici, non ci sono più

In quel terribile 6 agosto 2009, una scossa sismica ha devastato l’intera città e tutti i paesi limitrofi. Ci furono 309 vittime, 1.600 feriti e decine di migliaia di sfollati. Quella non fu l’unica scossa. Nei mesi successivi, infatti, si registrarono circa 35 mila scosse. I sopravvissuti alla tragedia, furono costretti a passare molti mesi in tenda.

Abbiamo incontrato Manuela, una studentessa di Roma, tornata a casa per passare le vacanze Pasquali con la sua famiglia. “Quella notte è stato terribile, dormivo nella mia camera quando, all’ora fatale delle 3:32, ho sentito come un rombo, un rumore assurdo. Mi sono svegliata e tutto intorno a me stava crollando a pezzi. Chiamavo a squarciagola i miei genitori che dormivano nell’altra stanza. La nostra abitazione si trovava al piano terra. Ho capito subito che stava accadendo qualcosa di grave. Per riuscire a uscire dalla mia stanza, mi sono dovuta fare spazio tra pezzi di intonaco, pezzi di muro caduti al suolo e l’armadio, ormai ridotto in pezzi. L’unica via di fuga, era una piccola finestra in cucina. Cosi, con i miei genitori, siamo riusciti ad uscire dalla finestra “atterrando” nel cortile del palazzo. Per quello che è successo ci è andata bene, qualche frattura e qualche punto di sutura”, ci racconta. “Una volta scesi in strada si sentivano le urla provenire da ogni angolo della strada. Sembrava di stare in guerra”, aggiunge.

Manuela ed i suoi genitori, hanno passato i primi mesi dopo la scossa in una tendopoli e non con poche difficoltà. Dopo qualche mese gli fu assegnata la casetta di legno. E solo dopo 2 anni, Manuela e la sua famiglia sono riusciti a tornare nella loro casa.

La ricostruzione dell’Aquila è lenta e faticosa. Lungo il corso i negozi, tranne qualcuno, sono chiusi. Nella chiesa a Piazza del Duomo e nella Basilica di Collemaggio i lavori stanno per terminare. Ma la vita di tutti i giorni si è spostata nelle periferie. Ora si gira in macchina e per incontrare gente bisogna andare nei centri commerciali nati dopo il 2009. Prima l’Aquila era storia e tradizione, si girava a piedi e si viveva in centro. La speranza, però, non è persa. Aquilani e turisti, piano piano si stanno riavvicinando a quel centro storico tanto amato ed apprezzato da tutti.

Era la notte tra il 23 ed il 24 agosto 2016, a distanza di sette anni, un ennesimo evento sismico ha, di nuovo, messo in ginocchio l’Italia. Particolarmente colpiti i comuni di Amatrice e Accumoli, in provincia di Rieti, e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. Amatrice e una frazione di Arquata, Pescara del Tronto, sono praticamente distrutte, ridotti a cumuli di macerie. In quella notte persero la vita 299 persone. I soccorsi scavarono per ore ed ore senza sosta per cercare di salvare quante più vite possibili.

Amatrice, dal 2015, è ufficialmente uno dei “borghi più belli d’Italia”. Monumenti romani, barocchi, e rinascimentali erano disseminati in tutta la città. Adesso tutti questi monumenti sono distrutti.

Foto:@Enrica Mosca

Ora non sono le macerie o il ricordo di quella notte a fare paura. Quello che lascia, ancora una volta, una stretta allo stomaco, è il silenzio per le vie dei borghi. Quei borghi una volta colmi di bimbi che giocano in strada, ricca di turisti, di tradizioni e di storia. Ora tutto questo non c’è più. C’è, però, la voglia di ricominciare. La voglia di riportare i turisti in questi meravigliosi borghi d’Italia. La voglia di far ripartire le attività commerciali.

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