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Giorgia e Stefano decidono di andare a MOUNT HIKURANGI, ma la benzina finisce. Sedicesimo capitolo

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Buongiorno a tutti, se non ricordo male nello scorso capitolo eravamo rimasti a Tolaga Bay Wharf

Si tratta di un ponte affascinante perché costruito sull’oceano, nacque nel 1925 e venne finito nel 1929. Questo WHARF veniva utilizzato per il trasporto delle pecore e continuò così per molto tempo, fino alla fine della Seconda guerra mondiale. Poi fu chiuso per un lungo periodo.

A distanza di anni decisero di ristrutturarlo perché ritenuto una grande meta che affascinava i turisti. Pensate che 5.5 milioni vennero investiti per la riparazione e solo nel 2012 venne aperto al pubblico.

Sinceramente quando lo vidi ne rimasi un po’ delusa, non so bene il perché, mi aspettavo qualcosa di diverso, forse un po’ più imponente e suggestivo, ma dopo la camminata ne capii, la reale bellezza. Già, perché la sensazione di freschezza e di libertà che sentii mi lasciò di stucco. I paesaggi cambiavano ad ogni angolazione e ad ogni metro che percorrevo.

Sentire le onde dell’oceano arrivare fino alla riva, vedere le montagne all’orizzonte che nonostante la distanza risultavano sempre immense e particolari. Che relax e quali bellezze.

Per non parlare della gigantesca montagna sul lato del ponte, rocciosa con diverse insenature create sicuramente dalla natura stessa.

Le nostre avventure non finirono qui, il nostro intento sarebbe stato quello di arrivare ad EAST CAPE, ma per via del ANZAC DAY (il giorno della Repubblica) i benzinai che trovammo sulla strada erano tutti chiusi e così rimanemmo senza benzina a RUATORIA.

Per non restare in mezzo alla strada, senza alcun permesso e con il rischio di essere presi di mira da qualche ubriacone decidemmo di bussare ad una casa, chiedendo di poter parcheggiare presso la loro proprietà.

Sapevamo che la richiesta, era strana e sapevamo che non tutti sarebbero stati disponibili ad accoglierci, ma volevamo comunque provarci con la speranza di trovare qualche anima buona.

Non ci credereste mai, ma alla prima casa a cui bussammo, ci accolse un Kiwi (ovvero un Nuovo Zelandese DOC.

Come potreste immaginare, era grosso, alto ed imponente, ma ormai ci eravamo fatti avanti e non potevamo tornare indietro.

Iniziai a salutarlo e quando si avvicinò gli spiegammo che eravamo viaggiatori rimasti senza benzina.

Ci accolse immediatamente, come fossimo di famiglia.

Lasciò la luce del porticato accesa ed ci offrì acqua potabile da bere.

Il giorno seguente, non volendo andarcene via senza ringraziarlo gli scrivemmo un biglietto e gli lasciammo una Statuetta di un Elefantino che ci aveva sempre accompagnati in questi ultimi due anni.

Si dice che porta Energia Positiva e spero davvero che gli porterà fortuna.

Fortunatamente, il distributore aprì e una volta fatta benzina ci mettemmo in viaggio verso il MOUNT HIKURANGI, un monte ritenuto sacro.

 

Non c’era alcuna traccia di esseri umani se non per alcuni recinti dove erano stati lasciati al pascolo gli animali ed era un incanto, quasi inquietante.

Purtroppo una volta arrivati trovammo il percorso chiuso e ne rimasi davvero dispiaciuta!

Una volta tornati in città, grazie ad internet, scoprimmo che la montagna è visitabile solo con la prenotazione, proprio perché ritenuta sacra e perché cercano di controllare il turismo, in modo da non rovinare l’ambiente.

Che peccato, mi sarebbe davvero piaciuto fare quella camminata. Da quello che so, per chi decide di percorrerla, essendo un percorso molto lungo. (Dalla durata di circa 7 ore One way). Hanno messo a disposizione una baita, nella quale si ha la possibilità di pernottare la notte.

Purtroppo, è un’esperienza che se farete dovrete essere voi in grado di raccontarmi. Ci terrei davvero!

Domani avremo il progetto di fare una “pazzia”… Ma ve ne parlerò la prossima volta… Nel frattempo vi auguro una bellissima giornata di sole.

Giorgia e le piscine magiche. Quindicesimo capitolo.