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“Furniture” di Sonya Kelly, tre storie sul possesso delle cose, al Teatro Belli

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"Furniture" Cecilia Di Giuli, Valeria Flore, Maurizio Mario Pepe, Edoardo Purgatori e Nicola Civinini in scena al Teatro Belli
Siamo quello che possediamo oppure siamo quello che non abbiamo? La drammaturga Sonya Kelly ci invita a soffermarci su questo dilemma al centro del quale ci sono i rapporti interpersonali offuscati dai beni e dal possesso

La rassegna “Trend” nuove frontiere della scena britannica giunta alla XVIII edizione ci mette sempre davanti a quesiti esistenziali scavando nel profondo della nostra mente.

In “Furniture” è raccontata la vita di sei persone in tre episodi differenti.

Il primo quadro vede protagonista una coppia sposata da quindici anni, Ed (Maurizio Mario Pepe) ed Alex (Valeria Flore) sono all’inaugurazione di una mostra dei migliori Interior designer del mondo con i loro pezzi unici di un’inestimabile valore contemporaneo.

Opere d’arte senza tempo che mettono in dubbio la coppia proprio il giorno del loro anniversario. La crisi nasce a causa di una sedia che fa parte della collezione. Ed teme che la moglie la possa toccare, facendo suonare l’allarme, mettendolo in imbarazzo davanti a tutti. Il punto centrale del rapporto di coppia diventa da quel momento l’importanza delle “cose” rispetto alla relazione, per lui è più importante l’opera d’arte eterna rispetto alla moglie.

Le “cose” diventano anche il filo conduttore del secondo quadro, causa della rottura di un’altra coppia, quella tra le due donne Steff (Valeria Flore) e Dee (Cecilia di Giuli).

La passione, accesa dopo essersi conosciute sui social, viene completamente smorzata da un’orribile poltrona in pelle che Dee porta nel nuovo appartamento di Steff. Anche qui gli oggetti prendono il sopravvento sulla relazione e sono ancora una volta più importanti delle persone, carichi del significato attribuitogli dalla protagoniste.

Nel terzo quadro un anziano omosessuale George (Nicola Civinini) nei suoi ultimi giorni di vita sta organizzando il testamento e, in particolare, sta decidendo a chi deve lasciare i suoi oggetti. Le “cose”  ancora una volta, anche in questo episodio, diventano protagoniste dell’esistenza umana.

A Michael (Edoardo Purgatori) è destinata una chaise longue che ovviamente non vuole, non si addice all’arredamento della sua casa e gli creerebbe dei problemi con sua moglie. Il dono ricco di significato che George vuole fargli viene sminuito e non apprezzato.

L’interpretazione di Nicola Civinini è sicuramente quella che rimane più impressa tra tutti i quadri rappresentati. È riuscito a calarsi nel personaggio anche se con pochissime possibilità di movimenti, essendo su una sedia a rotelle, attraverso l’uso della mimica facciale e le espressioni che hanno coinvolto il pubblico con il suo carattere. Nicola conclude i tre episodi portandoci a riflettere sull’importanza attribuita alle “cose” che spesso per noi diventano animate e cariche di affetto univoco.

“Passiamo tutta la vita a collezionare oggetti per noi perfetti, poi un giorno è come se tutto, i soffitti, le pareti e i pavimenti cominciassero a ticchettare e, dopo che sono rimasti per tanto tempo immobili scoppiano come fuochi d’artificio. I piccoli pezzi della tua vita se ne vanno perché il tappeto non si ricorda del ballo, il tavolo non si ricorda del pranzo e tutte le tue piccole memorie spariscono. I mobili non provano sentimenti li puoi amare ma loro non si ricorderanno mai di te” conclude Nicola con in sottofondo I could have a danced all night di Julie Andrews.

La rassegna “Trend” continuerà fino al 21 dicembre 2019 al Teatro Belli.

Luca Toracca al Teatro Belli con i monologhi tratti da “Talking Heads” di Alan Bennett