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Lo Zio Willy tra i balconi di Montesacro. Febbraio, mese dell’amore: San Valentino!

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 “Romeo e Giulietta” è la tragedia d’amore più nota al mondo, emblema del sentimento più puro e profondo, quello che vorremmo sentire tutti, e nel quale – nel nostro piccolo – ci riconosciamo ogni volta che ci perdiamo negli occhi dell’amato/a
Il balcone (nella celebre scena) è il simbolo di cotanto tripudio di cuoricini e sbaciucchiamenti e palpiti e vibrazioni e acrobazie sotto le lenzuola.

Anzi, sapete cosa vi dico?

Che il protagonista della scena del balcone…  è il balcone.
Sissignori!!! Sua Maestà il Balcone è il simbolo di quella lancinante distanza, dell’agonia dolcissima e insonne, e del sognante e sognato irraggiungibile che noi tutte scimmie con un cuore proviamo quando cadiamo innamorati; “cadiamo innamorati” è espressione francese/inglese che mi piace molto perché fa pensare a qualcuno che slitta su una buccia di banana e si spiaccica a terra fra le risa generali di un mondo ignorante che appunto ignora il male che il caduto s’è fatto; e poi, prima o poi, la ruota gira per tutti.
Ma il balcone – attenzione! – è anche simbolo di “possibilità”.
Ed è qui che le cose si fanno interessanti… eccitanti… ma anche terrorizzanti.
Eh sì, signori, perché il balcone si può (e si deve!) scalare. La lancinante distanza si più accorciare e addirittura cancellare; l’agonia dolcissima si può lenire; il tempo rovinato dall’insonnia si può passare in più liete acrobazie sotto e sopra le lenzuola; il sognato irraggiungibile può divenire realtà e dunque raggiungibile.
Insomma, il balcone si attraversa, ma poi ci si infila in camera da letto. O no?
Ma tutto questo, avviene di notte. Quando l’oscurità ci regala quel senso di possibilità e di incanto che ci infonde un coraggio sovrumano. E poi, di giorno? Quando la prepotente luce del sole irrompe a stracciare le delicate ombre? Quando i rumori sembrano voler divorare i nostri orecchi assetati ancora di silenzio?
A Montesacro ne abbiamo di bellissimi balconi, di bellissime finestre. Quando passeggio li ammiro sempre. E mi chiedo quali Giuliette vi si affacceranno un giorno, e quali Romeo vi fan la serenata.

Enrico Petronio

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