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“Ditelo a mia madre” di Vera Lúcia de Oliveira, da Fara Editore Rimini

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@Ditelo a mia madre @Fara Editore
“Ditelo a mia madre” è una piccola raccolta di poesie a cura di Vera Lúcia de Oliveira, distribuito da Fara Editore. E’ stato pubblicato nell’aprile 2017. Questo libro è ispirato alla tragica sorte subita dal ricercatore italiano, Guido Regeni

Vera Lúcia de Oliveira è l’autrice di “Ditelo a mia madre”. La scrittrice è nata in Brasile, vive e lavora a Perugia. È poeta, saggista e docente presso la Facoltà Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Perugia, dove insegna Letteratura Portoghese e Brasiliana. Scrive sia in portoghese che in italiano ed è presente in riviste e antologie poetiche pubblicate in Brasile, Italia, Portogallo, Spagna, Romania e Germania.

“Ditelo a mia madre” è stato pubblicato nell’aprile 2017 da Fara Editore Rimini. E’ una raccolta di poesie che, in maniera estremamente semplice e delicata, affronta il tema della tragedia subita dal giovane Guido Regeni, il ricercatore italiano morto in Egitto dopo aver subito torture e violenze. La voglia di scrivere questo libro, scrive l’autrice in un post scriptum, nasce dalla voglia di dar vita ad una domanda della mamma di Guido, la Signora Paola Regeni.

La donna, sconvolta da quanto accaduto al figlio, non riesce a capire e ad immaginare fino in fondo quello che il ragazzo è stato costretto a subire durante la prigionia. In una conferenza stampa avvenuta al Senato, Paola Regeni, ha detto di non riuscire ad immedesimarsi nella coscienza del figlio quando ha capito che tutto era finito.
Dal giorno della scomparsa del ricercatore italiano in Egitto e, ancor di più, una volta saputa la sconvolgente realtà, è stato un colpo al cuore per tutti gli “spettatori” di questa orribile vicenda.

Come può una madre arrendersi alla morte del figlio? Come può continuare a vivere con questo peso?

“Ditelo a mia madre” parte proprio da qui. L’autrice ha voluto racchiudere le riflessioni di quell’uomo massacrato dal male. E lo ha fatto con i sentimenti, non ha usato filtri o strutture complesse, non ci sono ne titoli, né sezioni e né punti. Ha semplicemente  utilizzato le parole, le parole “vere”. Vera Lúcia de Oliveira, non tratta il tema politicamente, si discosta dalla morte e dalle violenze. Sono, piuttosto, riflessioni di questo uomo costretto in una cella, che rivolge il suo pensiero alla madre. Nel testo cita più volte il grembo materno, un modo per trovare conforto e per allontanarsi da quella triste realtà.

E’ un libro duro e straziante. Ci mette di fronte ad una realtà rappresentata dall’ingiustizia, da un giovane torturato senza motivo, da un sequestro quanto mai assurdo. Nei versi c’è un momento in cui lui riconosce i suoi aguzzini e si chiede come sia possibile che tutto questo male conviva con l’amore di Dio. Si parla dei suoi compagni di cella e della situazione in cui vivono.

Ma non è solo buio e tristezza, ci sono anche momenti di luce e di gioia nel ricordare i bei momenti.

Vera Lúcia de Oliveira affronta l’esperienza di Regeni con una certa consapevolezza perché, in qualche modo, questo tema così attuale le riporta alla mente quanto ha visto nella sua adolescenza. Infatti, il suo paese d’origine, il Brasile, è un luogo dove le sparizioni e la dittatura erano il pane quotidiano. La vicenda del sequestro e della morte poi del giovane italiano, fa riemergere, dunque, un passato forte e difficile da dimenticare.

In questo viaggio introspettivo della signora Paola Regeni, affidato alle sapienti mani di Vera Lúcia de Oliveira, c’è lo sforzo di voler capire la vittima, cerca di dare voce e vita a chi, purtroppo, questa vita non può più viverla.

“Ditelo a mia madre” è commovente e riflessivo, ci mette di fronte la triste realtà di oggi, piena di ingiustizie e violenze gratuite.

 

Dietro i suoi occhi

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