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Diabete tipo 1 e tipo 2: quali sono le differenze?

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Grani di zucchero@pixabay
Il diabete è una malattia cronica causata dalla presenza di livelli elevati di glucosio nel sangue (iperglicemia) ed è dovuta a un’alterata quantità o funzione dell’insulina

L’insulina è l’ormone che, prodotto dal pancreas, consente al glucosio di entrare  nelle cellule per poter essere utilizzato come fonte energetica.

Nel diabete questo meccanismo è alterato ed il glucosio si accumula nel circolo sanguigno.

Esistono due forme di diabete.

Diabete tipo 1

Insorge nell’infanzia o nell’adolescenza  e colpisce  circa il 10% delle persone con diabete.

A causa della distruzione delle cellule ß deputate alla produzione di insulina  il pancreas non produce più questo ormone.

La causa del diabete tipo 1 è ancora ignota, ma caratteristica è la presenza nel sangue di anticorpi diretti contro antigeni presenti a livello delle cellule che producono insulina. Alla base vi è un’anomala risposta immunitaria con progressiva distruzione delle cellule ß, ne consegue una mancata produzione di  insulina.

Il danno indotto dal sistema immunitario nei confronti delle cellule che producono insulina, potrebbe essere legato a:

  • fattori ambientali: tra cui anche alimentari,
  • fattori genetici: cioè una predisposizione a reagire contro fenomeni esterni, tra cui virus (della parotite, il citomegalovirus, i virus Coxackie B) e batteri.
Diabete tipo 2

Il diabete è del tipo 2 o dell’adulto colpisce circa il 90% dei soggetti, esso rappresenta la forma più comune di diabete.

La causa scatenate è, anche in questo caso, ignota. Il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell’organismo non riescono  ad utilizzarla, si parla quindi di insulino-resistenza e insulino-deficienza relativa.

I fattori di rischio associati alla insorgenza:

  • familiarità per diabete: circa il 40% dei diabetici ha un parente di primo grado diabetico (padre, madre, fratelli),
  • vita sedentaria,
  • sovrappeso,
  • etnia

Esistono forme rare si diabete tipo 2, dette MODY (Maturity Onset Diabetes of the Young), in cui l’esordio è giovanile e sono stati identificati rari difetti genetici a livello dei meccanismi intracellulari di azione dell’insulina.

Il diabete tipo 2 è una malattia silente. In genere la diagnosi avviene dopo molti anni poiché l’iperglicemia si sviluppa gradualmente e inizialmente non da i classici sintomi del diabete.

Solitamente la diagnosi avviene casualmente o in concomitanza con una situazione di stress fisico, quale infezioni o interventi chirurgici.

Diabete gestazionale

Il diabete gestazionale è una condizione clinica caratterizzata da  elevati livelli di glucosio durante la gravidanza in donne che prima non erano diabetiche. Circa il 4%  delle donne gravide ne sono affette e implica una maggiore frequenza di controlli per la gravida e per il nascituro.

I sintomi

La sintomatologia di insorgenza della malattia dipende dal tipo di diabete.

Nel caso del diabete tipo 1 l’esordio è solitamente acuto: spesso si può verificare un episodio febbrile, con sete ed eccessiva idratazione (polidipsia), aumentata quantità di urine (poliuria), astenia immotivata (stanchezza), perdita di peso, pelle secca, infezioni ricorrenti.

Nel diabete tipo 2, spesso la glicemia è elevata ma senza i segni clinici come del diabete tipo 1. Non esiste una sintomatologia che faccia sospettare un esordio e la diagnosi avviene spesso anni dopo.

Pungidito per glicemia@pixabay
La diagnosi

I criteri per la diagnosi di diabete sono:

  • un valore di glicemia casuale, cioè indipendentemente dal momento della giornata, ≥ 200 mg/dl associato a sintomi di diabete (poliuria, polidipsia, perdita di peso inspiegabile)
  • glicemia a digiuno ≥ 126 mg/dl. Il digiuno è definito come mancata assunzione di cibo da almeno 8 ore.
Le complicanze del diabete

Il diabete può determinare complicanze acute o croniche.

Le complicanze acute sono più frequenti nel diabete tipo 1 e sono in relazione alla carenza  totale di insulina

L’evenienza più grave che possa verificarsi è il coma chetoacidosico, dovuto l’ accumulo di chetoni, prodotti del metabolismo alterato, che causano perdita di coscienza, disidratazione e gravi alterazioni ematiche.

Nel diabete tipo 2 le complicanze croniche sono quelle più frequenti e da prevenire. Riguardano diversi organi e tessuti

  • Occhi-Retinopatia diabetica: i piccoli vasi sanguigni che irrorano la retina sono danneggiati e si ha la perdita delle facoltà visive.
  • Reni-nefropatia diabetica:  progressiva riduzione della funzione di filtro renale. Se non trattata può portare fino all’insufficienza renale  cronica con necessità di dialisi e/o trapianto del rene
  • Cuore e Vasi sanguigni-malattie cardiovascolari:  le persone affette da diabete hanno il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari 2 a 4 volte più alto rispetto  al resto della popolazione.
  • Sistema nervoso-neuropatia diabetica: è una delle complicazioni più frequenti. Può manifestarsi con perdita di sensibilità, dolore di diversa intensità e danni agli arti, con necessità di amputazione nei casi più gravi. Può comportare disfunzioni degli organi viscerali: cuore, intestino etc. etc.
  • Piede diabetico: in seguito alle alterazioni della struttura dei vasi sanguigni e dei nervi possono insorgere ulcerazioni e problemi a livello degli arti inferiori, soprattutto del piede, a causa dei carichi che sopporta.
  • Complicanze in gravidanza: nelle donne in gravidanza, il diabete può causare malformazioni congenite a un elevato peso alla nascita del feto, fino ad un elevato rischio di mortalità perinatale.
Fattori di rischio

Attraverso uno stretto controllo di tutti i fattori di rischio correlati è possibile prevenire le  complicanze croniche del diabete rallentarne la progressione.

Fondamentale è il controllo dei seguenti valori:

  • Glicemia ed emoglobina glicata (HbA1c). L’emoglobina, che circola nel sangue può legare il glucosio in maniera proporzionale alla sua quantità nel sangue. La vita media del globulo rosso è di tre mesi, la quota di emoglobina cui si lega il glucosio sarà proporzionale alla quantità di glucosio che è circolato in questo periodo. Così si ottiene, quindi, una stima della glicemia media in tre mesi. Nel diabetico questo valore è considerato ottimale entro il 7%.
  • Pressione arteriosa. Il diabetico ha un aumentato rischio di malattia cardiovascolari, quindi il controllo della pressione sanguigna è particolarmente importante. Il controllo della pressione sanguigna può prevenire l’insorgenza di patologie cardiovascolari (malattie cardiache e ictus) e di patologie a carico del microcircolo (occhi, reni e sistema nervoso)
  • Controllo dei lipidi nel sangue. Anche le dislipidemie rappresentano un  fattore di rischio per le patologie cardiovascolari è necessario quindi un buon controllo del colesterolo e dei lipidi (HDL, LDL e trigliceridi)

Vista l’elevata frequenza di complicanze è necessario che le persone con diabete si sottopongano a periodiche visite di controllo, anche in assenza di sintomi.

La terapia

Il fulcro della  terapia della malattia diabetica è l’attuazione di uno stile di vita adeguato.

Per stile di vita si intendono le abitudini alimentari, l’attività fisica, il controllo dei fattori di rischio e l’astensione dal fumo.

Oltre alla correzione dei fattori di rischio è quasi sempre necessario un approccio farmacologico mirato al controllo glicemico.

Il link della SIDI :Scopri se sei a rischio diabete.